- Gabriele D'Annunzio: la prima fase di produzione e il Piacere -
 
 Scritto da: VeNoM00
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La vita

Nella prima fase della produzione di Gabriele d'Annunzio dominano i concetti dell'estetismo e del panismo, sia nel campo della prosa che della poesia.

Per quanto riguarda la poesia abbiamo:
  • Primo Vere (1879), dove troviamo molte suggestioni di stampo carducciano, con frequenti riferimenti al classicismo delle Odi Barbare, è un D'Annunzio giovane ed entusiasta del modello;
  • Canto Novo, dove sono presenti altre suggestioni carducciane con schemi metrici barbari; D'Annunzio è attratto dal preziosismo linguistico (parnassianesimo) e comincia ad emergere in lui una sensibilità per le forme fisiche della natura (panismo), tratta infatti delle vacanze estive (feria estiva) e di paesaggi ad esempio della Marsiglia;
  • L'Isotteo e la Chimera è una raccolta che riprende la poesia stilnovistica in cui è espresso un forte erotismo e un'arte raffinata influenzata dal simbolismo e dal preraffaellismo inglese;
  • Elegie romane sono influenzate da Goethe, dalla poesia barbara di Carducci; rievoca l'amore di Barbara Leoni su uno sfondo di una Roma barocca e fastosa;

Per la prosa ricordiamo invece le Novelle della Pescara, scritto di tema verghiano, sulle tradizioni popolari, ma vi sono anche descrizioni di malattie, di scene violenze crude che riprendono Zolà; il primitivo è qui raffigurato come una violenta carica di passioni, D'Annunzio sembra compiacersi nel raccontare queste pene e questi i difetti; è inoltre espresso il tema della tara ereditaria.

Il piacere

Il Piacere è un romanzo del 1889 in cui è presente un forte gusto per il bello ed è espresso un estetismo ereditato da A Rebour di Huysmans e dal Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Vi è un eccesso di sensibilità estetica: l'arte come la lussuria può portare alla vertigine del piacere ma anche all'abisso del disgusto. Vi sono descrizioni molto lunghe e la trama è sottile, quasi inesistente (rarificazione dell'intreccio). Domina la paratassi.
Il romanzo segue un sottile filo: il retrocedere nel tempo con la memoria da parte del protagonista, Andrea Sperelli. Costui vive secondo il precetto del padre di "fare la propria vita, come si fa un'opera d'arte". Andrea attende Elena, sua antica amante e ricorda tutti i momenti passati con lei sino all'improvvisa rottura per il matrimonio di interesse di lei. In seguito a ciò Andrea si lascia andare a folli avventure amorose che lo portano ad un duello in cui rimane ferito; si fa curare presso una sua cugina dove conosce Maria, donna di cui si innamora per la sua elevatezza spirituale, tuttavia ben presto l'amor diventa un semplice tentativo di riprovare la passione che aveva avuto con Elena: il romanzo si conclude con Andrea che pronuncia il nome dell'antica amante e Maria che se ne va ferita.

 


Ritratto di Grabriele D'Annunzio
 
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