- L'elogio della follia -
 
 Scritto da: TOM
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Morìa

La protagonista dell'opera è, Morìa, figlia illegittima di Pluto, dio della ricchezza e della ninfa Neotete. È l'unico personaggio di questo libro, scritto sotto forma di discorso di lode a sé stessa, in cui si presenta come una benefattrice incompresa dell'umanità facendo notare come in ogni campo le cose liete ed utili all'uomo siano frutto della follia. Stultitia, biasimando dotti e ricchi, ci propone il suo stile di vita spensierato per raggiungere la felicità. Si definisce una dea potentissima, anche se all'inizio del suo lungo discorso encomiastico, in cui sfoggia una grande abilità retorica, si presenta come un giullare, promettendo divertimento agli ascoltatori. In questo modo può deridere potenti, sapienti e religiosi. È una maschera attraverso cui l'autore fa capire il suo punto di vista e le sue critiche. Follia è come un abile oratore sicuro di sé, cui Erasmo fa "trattare scioccamente cose serie" con la giustificazione che è pazza e che serve da svago allo scrittore, sebbene venga ricordato che "spesso un pazzo dice cose che hanno senso" e che gli scherzi possono portare a cose serie. L'Olandese con la maschera di Morìa ci mostra sarcasticamente la società del suo tempo, soffermandosi sull'ostinata ricerca di gloria e soddisfazione personale, che porta all'illusione di felicità. Erasmo con l'arma dell'ironia accusa la decadenza della teologia dedita a risolvere con sillogismi "questioni di lana caprina" e della religione, che si sta riducendo ad una serie di cerimonie sfarzose ma senza significato. Cercando di tenere la sua denuncia entro i limiti dell'ironia, vuole indirizzare i suoi contemporanei ad un maggiore impegno morale e religioso senza dichiarare guerra al clero. Ci mette in guardia dalla sapienza prescrivendoci una buona dose di buonsenso.
 


Erasmo
 
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