- Tito Lucrezio Caro: De rerum natura -
 
 Scritto da: VeNoM00
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Intenti del De rerum natura

Il De rerum natura è un poema in esametri, diviso in sei libri con lo scopo di liberare l'uomo dalle paure che lo tormentano nella vita, in particolare la paura della morte, del dolore, degli dei, ecc. È una sorta di missione quella che Lucrezio si propone, paragonabile con la Divina Commedia, missione verso il mondo che vive male, seppur non per la malignità.
L'opera si apre con l'inno a Venere, canto che da una sensazione di bellezza, serenità, mentre la conclusione del VI libro non è del tutto diversa: Lucrezio racconta la peste di Atene, dunque morte, disperazione e distruzione. Forse non aveva concluso l'opera, oppure il suo obiettivo era mostrare agli uomini cosa poteva essere la vita senza la guida della filosofia.
Per quest'opera Lucrezio può essere definito il primo etnologo, in quanto si dedica anche allo dell'uomo primitivo.

Fonti

  • Perifuseos (o Sulla natura) di Epicuro, trattato, non era assolutamente favorevole a esprimere concetti filosofici in poesia;
  • Perifuseos (o Sulla natura) di Empedocle di Agrigento, giunto frammentario, ha in comune con Lucrezio il mirare al bene dell'umanità, e di porsi come vate (indovino), riattualizzando così la sacralità del poeta-vate, che tornerà nel Romanticismo;
  • Esiodo con il suo poema cosmogonico Origine del mondo e degli dei e un poemetto in esametri, Le Opere e i Giorni, che fornisce precetti di agricoltura e navigazione ma il cui obiettivo è comunicare che il lavoro è una dura necessità che eleva anche moralmente;
  • Ennio è una fonte con i suoi Annales, non per il contenuto dell'opera ma per lo stile, in particolare l'uso di arcaismi;
  • poesia alessandrina;

Contenuti per libri

  • Libro I - Il proemio è costituito dall'Inno a Venere, dea dell'amore. Non si tratta di una divinità tradizionale ma di quella dell'amore. Si rivolge a lei per ossequio alla tradizione per via del suo simbolo di generazione, fecondità e della felicità (per l'accettazione delle leggi naturali). È anche una captatio benevolentiae verso i lettori, il dedicatario in particolare, Memmio, che vi era legato per via del nome. Inoltre Venere è allegoria della vita, in contrasto con Marte, simbolo della guerra e della morte.
    Sempre nel primo libro vi è poi l'Elogio a Epicuro, primo uomo che si è contrapposto agli dei e che ha dimostrato che la religio è solo una superstizione. Per dimostrarne l'immoralità racconta del sacrificio di Ifigenia.
    Inizia la trattazione di fisica.
  • Libro II - Lucrezio continua a parlare di fisica, descrivendo in particolare gli atomi, particelle elementari di cui è composta la realtà e parlando dell'infinitudine dell'universo.
    Esorta all'atarassia (assenza di turbamento).
  • Libri III e IV - Svolge l'antropologia epicurea, dimostra la mortalità dell'anima e dell'animus e descrive i simulacra (atomi che colpiscono i nostri sensi stimolandoli);
  • Libri V e VI: cosmologia, paura dei terremoti e cataclismi naturali (in particolare nell'ultimo libro la Peste di Atene);

La ragione in Lucrezio

Lucrezio tentava di allontanare le paure dell'uomo con l'uso della ragione, riprendendo i concetti classici di atarassia e aponia (assenza di pene fisiche). Condanna la politica, la guerra, la passione amorosa, la paura della morte in quanto inutili turbamenti.
Il mondo secondo Lucrezio non può essere fatto per l'uomo, per via delle difficoltà che l'uomo ha. Questo atteggiamento è evidentemente pessimistico, fatto che si scontra però con l'ottimismo epicureo, dottrina che predica la possibilità di sconfiggere dolore e difficoltà.

Lo stile

Lucrezio nel De rerum natura assume un tono didascalico e un andamento argomentativo, sono frequenti le apostrofi, vocaboli del quotidiano, allitterazioni di suono (assonanza, omofonia, antitesti, chiasmo, ipallage), organismo morfologici (accusativi plurali della terza in -is e non in -es), utilizzo di calchi (termine già presente che prende nuovo significato, più tecnico adatto a tradurre un termine greco), uso dell'analogia e del paragone con eventi quotidiani per ottenere un effetto di realismo (atomi come pulviscolo nel raggio di luce) e immagini a volte sono fortemente emozionanti.

 


Testo estrapolato dal "De rerum natura"
 
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