- Maziale: vita, opere e Epigrammata -
 
 Scritto da: VeNoM00
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Vita e opere

Marco Valerio Marziale nasce in Spagna, a Bilbilis intorno al 40 d.C.; si trasferisce a Roma dove esercita l'attività poetica e cerca di ottenere la protezione di qualche mecenate, ponendosi quindi nella posizione di cliens. Tornato in Spagna nel 98 d.C., una vecchia signora gli dona il podere e la casa. Ivi rimane felicemente fino alla morte, pur mancandogli la vita romana. Muore nel 102 d.C.
Marziale scrive epigrammi, brevi componimenti simili a quelli già proposti da Catullo, ma dal tema più vario: possono essere infatti a tema necrologico, amoroso, gnomico (ovvero proverbiale), sull'amicizia, riflessioni personali, inviti a cena o biglietti accompagnatori. Una delle note più evidenti dello stile di Marziale è il forte uso dell'ironia, spesso usate per colpire il destinatario dell'epigramma. Più volte nei suoi testi viene ribadito che il suo unico intento è quello di divertire il lettore, indipendentemente dai giudizi che per questo motivo riceverà.

Opere principali
 

  • Liber de spectaculis, scritto per l'inaugurazione dell'anfiteatro Flavio nell'80 d. C.; i temi sono encomiastici per Tito;
  • Xenia e Apophoreta, i carmi che accompagnavano i doni per o dagli ospiti, in particolare in occasione delle feste Saturnalia (intorno a dicembre);
  • Epigrammata;

Epigrammata

Opera più nota, suddivisa in 12 libri, appartiene a pieno titolo ai filoni comico-realistico e encomiastico. Tra le fonti principali vi è Catullo, ma aggiunge molti temi. Marziale, a livello metrico, non si serve solamente del distico elegiaco (un esametro e un pentametro) ma anche di altre forme. Caratteristico è l'effetto sorpresa finale: l'aprosdoketon o fulmen in clasula.
Il primo filone rappresenta il reale in maniera iperbolica, paradossale e grottesca, ironizza sui bisogni elementari dell'uomo (mangiare, bere e altre necessità fisiologiche), il tono è mordace, satirico e beffardo; spesso attacca i clientes e gli adultores, pur essendo lui stesso uno di questi. Il filone encomiastico è invece rivolto ad amici o personaggi di spicco.
L'opera è formata da vari generi di epigrammi:

  • epigrammi funerari (come recupero della tradizione);
  • epigrammi descrittivi di ville, edifici ed opere d'arte;
  • epigrammi erotici, sull'eccitazione sessuale ma con tratti dolci e sensuali;
  • epigrammi su gusti e idee dell'autore; esprime il desiderio di una vita umile, dedicata ad un piccolo campo di sua proprietà, secondo l'ideale del metriotes oraziano, ma al contrario di quest'ultimo, per il quale era una scelta di vita, per Marziale era un obbligo, data la scarsa disponibilità finanziaria;
  • epigrammi letterari: scritti che ironizzano su artisti e scrittori del tempo; "ci siano dei mecenate, o Flacco, e non mancheranno i Maroni" (ovvero, se c'è chi protegge i poeti, ci saranno anche i poeti);

Forma e lingua

Nei suoi scritti è costante la presenza di una voce recitante, del poeta, che a volte si rivolge al lettore con una mossa dialogica, tramite apostrofi e interrogazioni. Il lessico è colloquiale, vi sono diminutivi, termini tecnici, linguaggio infantile e termini scurrili.

 


Una copia degli Epigrammata di Marziale del 1490
 
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