- Giuseppe Ungaretti: vita, formazione e poetica -
 
 Scritto da: VeNoM00
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Vita e formazione

Giuseppe Ungaretti nasce nel 1888 ad Alessandria d'Egitto. Questa sua origine africana, anche se i suoi genitori erano originari di Lucca, avrà una grande influenza sulla sua produzione letteraria. Al tempo della sua nascita era stato scoperto di recente un porto sotto la città di Alessandria, isprandosi al quale Ungaretti scriverà Porto sepolto. La città egiziana è vista nelle sue opere come nostos, ovvero contemporaneo desiderio di ritorno a casa e ricerca del significato della propria esistenza (come la Itaca di Ulisse). Sempre ad Alessandria d'Egitto conosce Enrico Pea e quelli della Baracca Rossa, anarchici, influenza che lo porterà ad aderire al fascismo per un certo periodo.
Ungaretti nel 1912 frequentò l'università di Parigi e fu poi soldato semplice volontario sul Carso e sul fronte francese durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1916 esce la prima edizione de Il porto sepolto, nel 1919 Allegria di naufragi. Morirà nel 1970.

Influenze e poetica

Tra le sue fonti di ispirazioni troviamo le avanguardie del gruppo della baracca rossa (gli anarchici di Enrico Pea), ma non mancano neppure influssi arabi e francesi. Infatti durante il suo soggiorno in Francia conosce Apollinaire e Marinetti, con i quali condivide la ricerca di uno strumento linguistico nuovo.
La poetica di Ungaretti può essere riassunta nei seguenti punti:

  • un recupero la realtà con forza;
  • sperimentalismo che non rifiuta la tradizione, rivede e accetta le istanze innovative ma non in maniera trasgressiva;
  • illuminazione essenziale, rispetto ai lussureggianti vociani;

L'allegria

Ungaretti, dopo il soggiorno a Parigi, entra in contatto con la guerra da volontario, ma ben presto si riconosce come fragile fibra dell'universo, fatto che lo accomuna agli altri uomini e crea in lui un sentimento di fratellanza (si veda la poesia Di che reggimento siete). Il suo stile è caratterizzato dall'uso di spazi bianchi e verticalismo. La poetica da Porto a Allegrie di naufragi cambia: di fronte alla morte conosciuta in battaglia ritrova il sapore della vita e dell'unione con tutti gli altri uomini. L'allegria è un concetto simile al "naufragar m'è dolce" leopardiano, ma è da intendersi come qualcosa più concreto.

 


Una fotografia di Giuseppe Ungaretti
 
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