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NO-TG Day 2




Critica ai telegiornali

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 Critica ai telegiornali

Ormai sono moltissime le persone che cambiano canale, durante il TG, non appena gli argomenti trattati non sono attinenti, ma propri di cronaca perversa gratuita, sanguinari e scandalistici. Ora è dibattito politico.

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Il ministro della cultura ha lanciato un monito bipartisan ai TG. "Basta con i TG pieni di violenza, basta con le troppe notizie catastrofiche, i racconti di sangue proposti senza nessuna cautela, né considerazione di chi guarda!" Ad orari di riunione familiare, e con quale ripetitività, aggiungerei. In ogni caso, anche al di là dei notiziari, dopo un periodo in cui il livello delle trasmissioni sembrava essersi elevato, all'oggi, frequentemente, su qualsiasi canale ci si sintonizzi, il copione è sempre quello: delitti, violenze, armi, ricatti, criminalità, ciniche e spietate vendette, adesso è la volta degli stupri. Se l'audience segnala una positività, essa rappresenta quella minima sufficienza di interesse, dopo di che lo schermo risulterebbe spento. Non si tratta di un vero segnale di gradimento.

Riguardo al tema specifico sui TG, aperto dal ministro della cultura, rileviamo immediato proprio l'appoggio dell'Osservatorio dei minori. Il monito citato sopra, continua sottolineando che, su questa strada, "non vi sarà fine al peggio, al brutto, al deteriore, al pessimismo, al volgare. " Non vi sono mezzi termini! Ci si rivolge a tutti, pubblici e privati, anche ai TG di Mediaset, usualmente molto attenti alla cronaca nera. Altri parlamentari, di contro, ricordano che l'informazione va data, sempre! Anzi, alcuni affermano che questa storia di critica ai telegiornali, rischierebbe, a loro giudizio, di ricordare tempi andati, per esempio le veline del Ventennio o le famose circolari con gli ordini ai Prefetti del Regno! In questo senso, la tipologia di intervento del ministro della cultura, verrebbe definita "inquietante". Essendo un ministro di questo governo in carica, si afferma, verrebbe il sospetto, secondo alcuni politici all'opposizione, che le sue parole non siano obiettive, ma funzionali all'ansia di chi sta al potere, di tranquillizzare gli italiani, di dare il via ad una nuova censura. In questo caso, come vedremo, questo sospetto non ha fondamento: si tratta, invece, di una critica culturale molto importante.

L'influenza dei media e della TV

Sappiamo che i media sono il quarto potere e che possono essere usati, e che spesso sono usati, ad hoc, per disegnare la realtà come vuole l'establishment. Sappiamo che oggi ne stiamo correndo maggiormente il rischio. Tuttavia la critica in corso, in questo caso specifico, non fa sorgere alcuno dei sospetti citati sopra. Non si dica, in questo caso, che l'informazione non può essere mai negata, quando stiamo parlando di cronaca nera. Contrastare il cattivo giornalismo scandalistico, non è certamente censura! Riportare tutto il riportabile richiederebbe tempi lunghissimi. È chiaramente una questione di priorità, di scala di valore degli argomenti da scegliere in una trattazione che non va oltre la mezz'ora e che, quindi richiede di esporre l'importante, anzi, l'essenziale, nei riguardi dei fatti sociali e politici. Non mi sembra che vengano trattate sempre le cose più importanti, essenziali per la crescita del paese e per l'intelligenza (che c'è, lo assicuriamo) della popolazione. Il pubblico non è più quello analfabeta del dopoguerra! Considerando, in particolare il target delle nuove generazioni, la Rauti, osserva: "Utile che i giovani si confrontino con la realtà, anche con la cronaca nera. " Anche. Appunto. Non ogni giorno, gratuitamente, a raffica, senza un giudizio approfondito, finendo per avere un'immagine parziale, negativa e distorta del quadro sociale. ! Non possiamo poi dimenticare la problematica, che esiste innegabilmente, dell'emulazione adolescenziale. Basti ricordare il caso enigmatico e paradigmatico della ripetizione del lancio doloso dei sassi dai cavalcavia, sulle auto, in autostrada, dopo che era avvenuto una volta!

Altre voci, in questo incrociarsi di diatribe, aggiungono che ci manca solo che i direttori dei TG prendano indicazioni sulla cronaca rosa e nera! Appunto: dovrebbero darsele da soli, se sapessero fare il loro mestiere. Qui si fa un discorso culturale! Difendersi dall'anticamera della censura, sarà da farsi su ben altri argomenti, che non sul rutilante fuoco artificiale scandalistico effettuato dai media. Al contrario, è esso stesso una censura, in quanto sappiamo che distrae, appositamente, l'attenzione dai veri problemi macrosociali!

Responsabilità internazionali

Oggi la responsabilità è ancora maggiore: nei dibattiti socio-politici sui media si e'evidenziata un' altra questione. Il ruolo dei mass media, delle televisioni, sta diventando non più solo strumento di informazione, esempio, sulla guerra, ma, addirittura, strumento di guerra. Non sembri azzardato. Le immagini televisive e le valutazioni che le accompagnano riescono a diventare parte integrante, non accidentale, dei conflitti. Da esse può dipendere lo spostamento, a favore di uno schieramento o di un altro, dell' orientamento dell'opinione pubblica delle democrazie occidentali. I governi non possono non tenere conto delle tendenze di pensiero, che vengono a formarsi ed affermarsi. Si evidenziano, così, effetti internazionali, sui problemi trattati. I politici possono essere spinti ad esercitare pressioni diplomatiche a favore della parte che ha conquistato il sostegno dell' opinione pubblica. Ecco fino a che punto può giungere l'importanza dei media e quindi la responsabilità. La televisione non e'un gioco relativo.

Essere "pars construens": costruire

Non si tratta genericamente di "esaltare il bene". Non si tratta di rappresentare una realtà che non c'è. All'opposto, vanno evidenziati i problemi. All'opposto: vanno portate, in positivo, a conoscenza le realtà costruttive, interessanti per chi vi si vuole allacciare o per chi desidera seguirne la scuola, interagire con esse, aprirsi, di conseguenza, ad atti politici e sociali. Non fingiamo, improvvisamente, di non sapere più cosa è interessante! È ciò che interessa che muove all'azione.

 

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