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Articoli Le donne nella scienza
Un iter lungo e difficile...




Le donne nella scienza

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 Le donne nella scienza

Nel campo della scienza le donne sono sempre state poco considerate poiché dall'alba dei tempi ritenute fonte di male e impurità. Le donne che si interessavano di scienza di solito erano accompagnate da una presenza maschile molto importante per loro: un marito, un padre, un fratello (una specie di figura di riferimento forzata). Tra le prime matematiche possiamo ricordare Ipazia (IV sec. d.C.) che, sostenuta nei suoi studi dal padre, visse ad Alessandria d'Egitto e costruì un "astrolabio" (le cronache del tempo dicono che fu uccisa da una moltitudine di uomini brutali).
<%'ADV_ORGANIZER 1.0 | formato, categoria, base, altezza, unico, disposizione, voto, dove, numero,tipo,refresh,output response.write(organize_adv(0,categoria,468,60,176,,9,,1,1,1,)) %> Nel passato se delle "femmine" pubblicavano qualche opera lo facevano inevitabilmente con il nome del tutore o con uno pseudonimo maschile, solo in questo modo le loro ricerche potevano essere davvero prese in considerazione; difatti le loro scoperte venivano attribuite ai rispettivi insegnanti. Le donne che si interessavano di scienza, provocavano intorno a sé un'attenzione molto viva e le persone che le circondavano facevano di tutto perché il fenomeno non si diffondesse. Anche quelle che furono condannate come "streghe", erano considerate di troppo proprio perché sapevano molte cose che una donna non avrebbe dovuto assolutamente sapere; la gente intorno a loro sosteneva fossero dotate di poteri magici, poiché conoscevano le proprietà curative delle piante e molte altre nozioni di medicina, il cui studio e applicazione era esclusiva prerogativa degli uomini, solo questi potevano svolgere il ruolo di "medico", le donne, in quanto tali, no.
Le donne ebbero accesso alle università solo nel XIX secolo, ma spesso non venivano accolte nella comunità scientifica e si ritrovavano di fatto totalmente escluse. A volte le laureate smettevano completamente di occuparsi di scienza e si dedicavano alla casa e alla famiglia, come era imposto dalla società dell'epoca. Furono le università svizzere le prime ad aprire le porte all'avvenire del "sesso debole". A quell'epoca le scienziate erano considerate "poco femminili, troppo di testa e quindi poco di cuore, a volte stravaganti e magari un po' ridicole". In Italia tra il 1887 e il 1899 si laurearono diciannove donne tra cui Iginia Massarini (la prima laureata in Italia) e Cornelia Fabri. I premi Nobel assegnati alle donne nel corso del Novecento sono solo undici, tra queste possiamo ricordare Marie Curie, sua figlia Irene, Maria Mayer, Barbara McClintock e la celebre Rita Levi Montalcini.
Anche al giorno d'oggi, nonostante ci siano molte donne laureate in campo scientifico i ruoli di rilievo nel campo della ricerca vengono affidati per lo più a uomini.

 

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