Consigli sentimentali
 


Love Come educare i figli?
Genitori: domande da porsi e scelte da prendere


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Come già detto quello del genitore è uno dei "mestieri" più complessi al mondo: alla luce di un inevitabile punto di vista soggettivo occorre difatti educare, un essere totalmente  sprovvisto di esperienza, a vivere e a ritagliarsi una posizione all'interno del tessuto sociale. Le difficoltà sono innumerevoli e le possibilità di sbagliare infinite. In questa trattazione cercheremo di discutere brevemente su comportamenti educativi opposti al fine di sviluppare in noi una maggiore consapevolezza di un metodo educativo efficace:

  • Scegliere o consigliare? - Scegliendo per i propri figli gli si può evitare perdite di tempo ed innumerevoli errori ma allo stesso tempo non si permette alla loro intelligenza (perchè si, si tratta di esseri pensanti e autonomi) di maturare una capacità di discernere ciò che è giusto (per se stessi e gli altri) da ciò che non lo è affatto.
     
  • Aiutare od ostacolare? - Le scelte "azzardate" di un ragazzo vanno sostenute od ostacolate? Quanto vale il nostro parere in materia? Quanto abbiamo approfondito l'argomento? Meglio avere una vita "mediocre" ma sicura o assecondare le passioni rischiando il tutto per tutto? Che qualità della vita risulterà dall'una o dall'altra strada?
     
  • Sperimentare o evitare l'errore? - Se è possibile fare "correttamente" è giusto far incocciare i figli nell'errore o indicargli direttamente la via? Quali conseguenze porterebbe l'una o l'altra opzione? La prima avrebbe un risultato immediato e una mancanza grave nel futuro, la seconda un possibile danno nel presente ma un forte insegnamento per il futuro: cosa scegliere?
     
  • Ignorare o ascoltare? - La voce di chi non ha esperienza, le idee, le prospettive di un essere nuovo alla vita vanno ascoltate o ignorate? C'è qualcosa che un bambino o un adolescente può insegnarci? Anche se vediamo i nostri figli commettere molti errori e siamo proprio noi ad aiutarli può darsi che abbiano qualcosa da trasmetterci?
     
  • Fare o insegnare a fare? - Sostituirsi ai figli perchè un progetto si sviluppi rapido ed efficace o insegnare loro con pazienza e autentica fiducia a svilupparlo da soli? Non è detto che il nostro modo di raggiungere un obiettivo sia perfetto, l'unica certezza è che senza provarci e/o capire come si fa questi non saranno mai in grado non di superarci ma nemmeno di emularci.
     
  • Punire o lasciare correre? - In che misura è giusto punire o lasciar correre? Cosa trasmettiamo di educativo? Un insegnamento per il futuro che permette di capire o una trasmissione dio dolore e terrore di essere nuovamente castigati? Di fronte ad un accadimento grave i figli devono essere in grado di comportarsi in modo corretto anche in assenza della punizione (altrimenti si tratterà solo di violenza verbale/fisica frutto di una vendetta fine a se stessa).

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Non esistono risposte certe  o costanti a questi quesiti, purtroppo di volta in volta cambia tutta la prospettiva. L'obiettivo di un genitore dovrebbe essere sempre quello di insegnare alla propria progenie a fare via via a meno di lui e soprattutto di permetter loro un'indipendenza altrimenti castrata sul nascere. Il primo obiettivo deve essere quindi quello di insegnare ad ascoltare gli altri ma allo stesso tempo di prendere decisioni, giuste o sbagliate che siano, nella maggiore autonomia e consapevolezza possibile.

In assenza di basi in grado di sviluppare decisioni il fanciullo non può che trovarsi in difficoltà  se messi alle strette dalla necessità di operare delle scelte. Occorre quindi considerare che da genitori non si può decidere in eterno per altri e soprattutto non è assolutamente detto che le idee di cui ci si fa portatori certi corrispondano effettivamente a verità eterna e duratura. Un padre o una madre devono educare i figli immedesimandosi, mettendosi nei loro panni (cosa avrei fatto io? Ho ritenuto giusto ciò che i miei educatori hanno fatto a me?). Nessuno di noi è perfetto ed è ingiusto chiedere di esserlo (costantemente e forzatamente) ai propri figli.
 

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