Consigli sentimentali
 


Love Timidezza: cos'è e come vincerla
Come superare i momenti di timidezza e/o agitazione


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La timidezza è uno stato a cui si è "sottoposti" (talvolta consciamente, talvolta inconsciamente) in situazioni dove si a che fare con chi si teme (persone in particolare o semplicemente lo "sconosciuto"). I "sintomi" esteriori indicativi di timidezza, quelli che in sostanza tradiscono il nostro stato d'animo, sono i seguenti:

  • Quelli più "consci": occhi sfuggevoli, esitazione, ritrosia, impaccio, pudore, aggressività o sottomissione (ecc.).
  • Quelli più "inconsci": rossore, battiti accelerati, sudorazione, balbuzie, tic, desiderio di deglutire o di distendere/contrarre dati arti (ecc.).

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Ora, dal momento che quasi sempre ci sono situazioni e persone con cui riusciamo ad essere estroversi e pronti a tutto non ci resta che traslare questo risultato anche sugli individui la cui presenza ci mette a disagio; dobbiamo imparare insomma a vedere chi ci incute terrore/rispetto come chi invece ci dà sicurezza/grinta. Esclusi difatti i casi affiancati da vere e proprie patologie (attacchi di panico, ecc.), la timidezza è uno stato che può essere superato in modo relativamente facile aprendo così la propria esistenza ad un miglior equilibrio di rapporti sociali.

Talora si ha paura di essere troppo inferiori, talora troppo superiori ma in entrambi i casi si teme di non essere accettati, esclusi, scherniti se non addirittura odiati. Il nostro "nemico" non è tuttavia tanto solido e determinato come lo si potrebbe immaginare: l'avversario con cui ci dobbiamo battere è fatto unicamente di "superficialità" (assai meno consistente di quanto ci aspettiamo prima di decidere di fronteggiarlo). Da questo presupposto partiamo ad analizzare alcuni piccoli trucchi e idee su come superare le piccole crisi di timidezza (prima in modo momentaneo poi, si spera, duraturo):

  • Siamo tutti sulla stessa barca - Occorre capire che chi ci sta davanti non è affatto superiore a noi, ha pregi e difetti tanto quanto ne abbiamo noi, sbaglia e ha successo con una cadenza percentuale molto simile alla nostra; se ci sentiamo oppressi e insicuri concentriamoci su ciò che dell'interlocutore ci fa ridere e/o ne dimostra i suoi limiti; lasciamoci scappare qualche "sorrisetto bonario" (senza però esagerare naturalmente), questo farà senza dubbio perdere parte dell'eventuale arroganza di chi ci sta di fronte.
     
  • Gli occhi sono solo occhi - Gli occhi di ci sta di fronte non sono atro che sciocchi sferoidi in parte bianchi e in parte colorati, come per le biglie, guardarli fissamente non ci farà alcun male; cerchiamo anche di non pensare che il nostro sguardo venga interpretato come gesto di sfida. Se dopotutto gli altri ci guardano dritti nelle pupille, perchè non dovremmo farlo anche noi? A volte si crede che guardando negli occhi qualcuno si rischia di mettere a nudo i propri pensieri, non è vero, sia che noi incrociamo gli sguardi, sia che non lo facciamo il nostro stato d'animo verrà esposto nello stesso identico modo. Superiamo questa inibizione irragionata.
     
  • Riprendere il controllo - Per combattere il rossore/surriscaldamento, l'agitazione e/o la sudorazione facciamo lenti respiri profondi (anche non platealmente) e lasciamo entrare aria nei polmoni, ci rinfrescheranno e ci restituiranno il nostro usuale colorito; mentre facciamo questo concentriamoci inoltre su un generico fatto comico che ci ha fatto ridere fino a scoppiare (o magari ad un nostro momento di gloria), l'ansia e il tremore ci abbandoneranno completamente (se possibile scegliere prima il pensiero comico, al momento non è facile concentrarsi).
     
  • Il giudizio altrui - Il giudizio altrui non ci deve spaventare, dobbiamo anzi essere noi stessi i primi a fare pubblicamente autoironia (senza mortificarsi) o autoironia di gruppo ("certo che siamo proprio..."). Ricordiamo che la nostra vita non dipende da quella altrui, siamo vivi e fatti per vivere insieme ma in autonomia decisionale, se anche ci prenderanno in giro non ha alcuna importanza: dopo le prime volte che avremo dato fondo al nostro coraggio otterremo dei risultati e allora nessuno riderà più. Se invece temiamo di sbagliare con interventi/azioni fuori luogo (o simili) conviene, come fanno tutti i migliori oratori, imparare a districarsi con le battute azzeccate (se non ne vengono proprio prendiamo spunto da comici professionisti).
     
  • Credere i se stessi - Per credere in se stessi occorre accorgersi delle qualità e dei risultati che abbiamo conseguito, occorre smettere di guardare sempre solo a chi è migliore di noi ma anche alla nostra posizione e dire: "Si, c'è una bella fila di persone dietro di noi". Spesso invidiamo chi è migliore di noi in un certo campo e non ci accorgiamo di quanto questo sia sciocco e limitativo: c'è sempre qualcuno migliore di noi in un dato ambito, il punto è che non teniamo presente quelle peculiarità della vita in cui quegli stessi individui ci sono di parecchio "inferiori" (sentimenti, amicizia, sensibilità, simpatia, intelligenza, salute, bellezza, introspezione, gentilezza, cultura, ecc.).

In conclusione è utile spezzare un'ultima lancia in favore di chi è timido poichè spesso non si tratta di persone che prendono dati comportamenti solo a causa di debolezza ma anche di rispetto, maggiore capacità di introspezione e sensibilità sviluppata. Come ogni cosa se da un lato ci sono questi vantaggi, dall'altro sussiste la necessità di interagire, muoversi e conoscere il mondo passando come tutti attraverso grandi delusioni e inaspettati successi, chi è timido, capovolgendo la situazione, ha forse "una marcia in più".

 

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