- Nightwish -
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Nightwish - Dark Passion Play Dark Passion Play

Gruppo: Nightwish
Genere: Symphonic Power Metal
Etichetta: Spinefarm
Durata: 75:36
Data d'uscita: Settembre 2007
Voto: 8,5

1. The Poet and the Pendulum - 2. Bye Bye Beautiful - 3. Amaranth - 4. Cadence of Her Last Breath - 5. Master Passion Greed - 6. Eva - 7. Sahara - 8. Whoever Brings the Night - 9. For the Heart I Once Had - 10. The Islander - 11. Last of the Wilds - 12. 7 Days to the Wolves - 13. Meadows of Heaven
 
RECENSIONE



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Ecco a voi Dark Passion Play, l'album che, una volta aperto, darà la risposta alla domanda che molti si saranno posti: "i Nightwish, senza Tarja, sono ancora loro?".
Ebbene, la risposta fondamentalmente è no. I Nightwish non sono più gli stessi. Non lo erano già dai tempi di "Century Child" e "Once", perchè avrebbero dovuto tornare proprio ora ad essere gli stessi di "Oceanborn"?
Quasi tutte le band possono dire di aver subito, nella loro stagione creativa, una evoluzione più o meno marcata. Ebbene, i Nightwish, incarnati nella figura del "poet without a rhyme" Tuomas Holopainen, hanno vissuto un'evoluzione che dirsi grandiosa è dire poco. Forse DPP potrà sembrare ad alcuni "commerciale", un "sell-out" dei maestri dell'"opera-metal", ma quale disco metal è più operistico di uno che sfrutta appieno le potenzialità degli arrangiamenti creati da niente di meno che la London Session Orchestra?
Quale gruppo è più "true" di una band che ha il coraggio, e forse anche un po' di sana incoscienza, di mettere come primo brano nella tracklist un capolavoro da 14 minuti di lunghezza?
Chi critica questo album, con le solite, ripetute, noiose lamentele di "commercialità", di "mancanza di originalità", forse non sa nulla di composizione e dimentica quale sia uno degli scopi principali della musica in quanto tale: esprimere le sensazioni più intense che gli esseri umani possano provare.
E DPP è come un maestoso diario aperto di quel genio che è Tuomas Holopainen, la voce di un amico tradito, di un lupo solitario che riversa nel pentagramma ciò che il suo cuore sente.
Inutile commentare tutte le straordinarie canzoni di DPP. Dalla maestosa "Poet and the Pendulum", alla lenta "Eva", passando per i singoli, effettivamente le canzoni meno "riuscite" del disco, "Bye Bye Beautiful" e "Amaranth", DPP sorprende a ogni ascolto, e fa capire a chi ancora non ci crede che i Nightwish non sono Tarja e che Tarja non è i Nightwish. I Nightwish sono invece una band capace di grandi cose: e una di esse è creare un album che riassume in sé potenza e leggerezza, melodia e riff pesanti. Inutile confrontare "Meadows of Heaven" e "Master Passion Greed". La loro diversità apparentemente incoerente non ricorda forse ad ogni ascoltatore i diversi momenti che ognuno di noi passa, da quelli più brutti ai migliori?
La performance dei musicisti finlandesi è come sempre perfetta, nonostante le parti non eccessivamente difficili, e la tecnica non particolarmente eccezionale. Anche la voce di Anette, seppur "diversa" da quella di Tarja sa calarsi nello spirito del disco, quasi come se fosse uno nuovo "strumento" con molte potenzialità da sfruttare appieno.
In conclusione, comprare DPP è una spesa che non rimpiangerete. Non dovete essere fan sfegatati dei NW per apprezzare il disco, ma è sufficiente un po' di cuore e di sentimento per comprendere a fondo tutte le scelte compositive della band finlandese e soprattutto del suo talentuoso tastierista.
Da ricordare inoltre la versione ltd. in digipack, con i pezzi strumentali nel secondo cd. Una chicca molto "fan-oriented" che tuttavia permette anche ai fan non "irriducibili" di apprezzare appieno gli straordinari arrangiamenti orchestrali della London Session Orchestra.
 


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