- Dark Tranquillity -
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Dark Tranquillity - Character Character

Gruppo: Dark Tranquillity
Genere: Melodic Death
Etichetta: Century Media
Durata: 48 minuti
Data d'uscita: 21/01/2005
Voto: 7

1. The New Build - 2. Through Smudged Lenses - 3. Out of Nothing - 4. The Endless Feed - 5. Lost to Apathy - 6. Mind Matters - 7. One Thought - 8. Dry Run - 9. Am I 1? - 10. Senses Tied - 11. My Negation
 
RECENSIONE



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I Dark Tranquillity sono in giro ormai da più di 10 anni ("The Gallery" risale al 1995), hanno dato alle stampe dischi pregevolissimi e senza sbavature di sorta; le idee però (si sa) non possono essere infinite e una svolta radicale, come quella che si ebbe con "Projector" (1998), non è possibile e forse neanche giusto aspettarsela. Questo per dire subito che la nuova fatica della band, "Character", si presenta immediatamente come una specie di ricapitolazione in mancanza di meglio; il valore della proposta rimane sempre su livelli alti, intendiamoci, ma la maturità raggiunta da questi musicisti paga oggi un forte tributo in termini di freschezza e innovazione (il che non necessariamente deve essere un male). Se infatti l'apertura del disco è affidata ad una prorompente "The New Build", un pezzo velocissimo e vicino allo stile dei primi anni, le successive "Through Smudged Lenses" e "Out of Nothing" si presentano come rivisitazioni più elaborate di cose già sentite nel precedente "Damage Done"; la commistione di elementi gothic ed elettronici con il tradizionale sound death della formazione è interessante, la struttura dei pezzi, più complessi e studiati, appare articolata e dinamica, eppure qualcosa non va... L'album scorre via senza riuscire ad attirare davvero l'attenzione su di sé, le canzoni sembrano ripercorrere troppo stilemi già visti; esempio ne siano la scialba "Lost to Apathy", peraltro il singolo che ha preceduto l'uscita, o l'inconsistente "Mind Matters", i cui pur interessanti inserti non riescono ad evitare al sottoscritto qualche sbadiglio. Altrove il piglio sembra più deciso, come nella melodica "One Thought", dal piacevole break centrale, nella curiosa "Senses Tied", il cui intro tastieristico riesce a catturare quanto basta, e nella conclusiva, affascinante "My Negation", quest'ultima veramente azzeccata, con la ripresa del tema dell'outro di "Through Smudged Lenses". Mettiamola così: fra questo nuovo lavoro e molte altre precedenti uscite del gruppo passa, con le dovute cautele, la stessa distanza che c'è fra un ottimo prodotto artigianale e un'opera d'arte. Il disco è ben fatto, si sente che il gruppo ci ha sudato sopra sette camicie e ha lavorato sodo per realizzarlo, ma il risultato finale rimane poco più di un buon album, ben fatto e ben suonato ma lungi dall'essere l'uscita che rivoluzionerà la scena.
 


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