- Blind Guardian -
IMMAGINE ALBUM TRACK LIST
Blind Guardian - Nightfall in the Middle Earth Nightfall in the Middle Earth

Gruppo: Blind Guardian
Genere: Power Metal
Etichetta: Virgin
Durata: 60:05
Data d'uscita: 1998
Voto: 8

1. War of Wrath -  2. Into the Storm -  3. Lammoth -  4. Nightfall -  5. The Minstrell -  6. The Curse of Feanor -  7. Captured -  8. Blood Tears -  9. Mirror Mirror -  10. Face the Truth -  11. Noldor (Dead Winter Reigns) -  12. Battle of Sudden Flame -  13. Time Stands Still (at the Iron Hill) -  14. The Dark Elf -  15. Thorn -  16. The Eldar -  17. Nom the Wise -  18. When Sorrow Sang -  19. Out on the Water -  20. The Steadfast -  21. A Dark Passage -  22. Final Chapter (Thus Ends)
 
RECENSIONE

Dopo che un gruppo sforna due dischi come "Somewhere far Beyond" e "Immaginations from the Other Side", chiunque sarebbe portato a pensare che gli anni migliori della band siano ormai alle spalle, che la vena compositiva sia destinata a scemare e che il meglio sia già stato fatto. D'altronde, all'epoca (parliamo del 1996), i Blind Guardian, dopo il tour trionfale di "Immaginations...", Avevano dato alle stampe il pur interessantissimo "The Forgotten Tales", un disco di cover e versioni acustiche di loro precedenti successi che aveva già fatto vociferare i maligni su una presunta crisi di idee del gruppo, voci amplificate ulteriormente dal fatto che a quell'uscita seguirono due anni di silenzio. L'attesa lunga viene però ampiamente appagata e tutti i sospetti si dileguano: "Nightfall in the Middle Earth" esce nel 1998 ed è uno di quei dischi che non si dimenticano facilmente. Il primo vero e proprio concept della band è infatti incentrato su una delle opere più complesse di Tolkien, il "Silmarillion", e la musica rende con tale efficacia e passione l'atmosfera della Terra di Mezzo che qualsiasi ascoltatore non può che rimanerne affascinato. Basterebbe ascoltare una ballad come "Nightfall" o i cori evocativi della violenta e suggestiva "Time Stands Still (at the Iron Hill)" per comprendere quale capolavoro ci si trovi ad ascoltare. "Into the Storm" è la magistrale opener, violenta e decisa, il suono di una battaglia che infuria messo in musica; a bilanciare ci pensa la già citata "Nightfall", un pezzo acustico dagli ottimi crescendo, sorretto da arrangiamenti stupendi (i cori farebbero venire la pelle d'oca anche ai sassi) e da un perfetto controllo delle dinamiche. Con "The Curse of Feanor" si torna a colpire duro (l'inizio ha un impatto semplicemente devastante), con la doppia cassa di Stauch in primo piano a sorreggere ritmiche velocissime, spezzate improvvisamente dall'evocativo refrain; la superlativa "Blood Tears" ne rappresenta il contraltare, lenta e malinconica, crepuscolare nel suo incedere senza speranza. "Mirror Mirror" è uno di quei pezzi che hanno reso celebri i quattro bardi nel mondo, trattandosi di una power song tiratissima dal refrain storico; anche qui Stauch sugli scudi e devastanti ritmiche di chitarra. L'evoluzione del sound dei Guardian raggiunge in questo lavoro il suo punto di maggiore sviluppo; il gruppo opta in generale per arrangiamenti curati e partiture assai più varie rispetto a quanto fatto in passato: non più le sole cavalcate ultraveloci (che comunque non mancano), ma anche canzoni che offrono molteplici spunti, che alternano sfuriate violentissime a break più ragionati e parti in generale più tecniche; a titolo di esempio basti valutare il superbo lavoro di dinamiche di "Noldor (Dead Winter Reigns)", un pezzo che vi rimarrà stampato in testa fin dal primo ascolto, o le tempistiche di "Time Stands Still (at the Iron Hill)", tutt'altro che banali a ben guardare. "Thorn" è un'altra gemma della discografia del guardiano cieco, che rischia quasi di passare inosservata in mezzo a tanta magnificenza, così come la delicata "The Eldar". Capolavoro assoluto dei Blind Guardian, questo disco ne rappresenta la consacrazione definitiva e rappresenta uno dei capolavori assoluti del power, nonostante sia lontano anni luce dagli stereotipi del genere. Dieci e lode anche alla produzione, stavolta pulitissima, così come agli arrangiamenti (positiva la scelta di avvalersi di musicisti esterni per le linee di basso e per gli arrangiamenti orchestrali, ben più complessi rispetto agli standard del gruppo); a completare il tutto, la splendida grafica del cd, la cui copertina è opera di Andreas Marschall, uno dei più famosi disegnatori del metal (In Flames, Dimmu Borgir, gli stessi Blind Guardian nei dischi passati). Non ci sono ulteriori aggettivi per descrivere un lavoro così e anzi conviene tagliare corto per non annoiare ulteriormente chi legge: compratevelo e non ve ne pentirete mai.
 
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