- Annihilator -
Immagine Album Track list
Annihilator - King of The Kill King of The Kill

Gruppo: Annihilator
Genere: Thrash Metal
Etichetta: Spv
Distribuzione: Audioglobe
Durata: 62 minuti
Data d'uscita: 1994
Voto: 5
1. The Box - 2. King of the kill - 3. Annihilator - 4. Bad child - 5. 21 - 6. Second to none - 7. Hell is a war - 8. Speed - 9. In the blood - 10. Catch the wind - 11. Fiasco (The Slate) - 12. Fiasco - 13. Bliss - 14. Only be lonely - 15. Comments from Jeff Waters - 16. Slates
RECENSIONE



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Dopo essere stati scaricati dalla Roadrunner Records e aver perso il proprio singer, gli Annihilator attraversano un periodo buio nel quale rischiano lo scioglimento; nonostante le difficoltà Jeff Waters riesce a mettere insieme del materiale che diventerà poi il disco in questione; lo stesso Waters si occuperà di tutti gli strumenti, ad eccezione della batteria, e delle parti vocali. Tale scelta sembra dettata sia da ragioni di budget che da pulsioni artistiche, comunque il nostro eroe non se la cava tanto male, sfoderando una voce rauca abbastanza adatta ai pezzi di King of the kill. L'album si apre con The box, song sporca e claustrofobica riguardante il potere e l'onnipotenza della televisione, seguita dalla title-track, tosta e veloce; la terza traccia à Annihilator, introdotta da una bass-line quasi funk che supporta tutta il pezzo; un arpeggio melodico apre Bad child, song divisa tra attimi puliti e bruschi strappi heavy, ispirata dal contrasto genitori-figli; successivamente troviamo 21 e Bliss, una "piccola" canzone sognante e melodica che serve da intro a Second to none, pezzo in pieno stile Annihilator; i più accorti converranno con me sul fatto che Life is a war somiglia in alcuni tratti a One dei Four Horseman, pur mantenendo decisi tratti caratteristici; la nona traccia è la veloce Speed. L'ultima parte dell'album si dimostra più matura, sia artisticamente che tecnicamente, le song sono introspettive e veramente ben suonate, come ad esempio In the blood o Catch the wind. Tra le quasi inutili bonus track spicca la ballad Only be lonely. Ragazzi, la buona volontà di Jeff Waters va ammirata: si è messo alla prova, suonando quasi tutti gli strumenti e cantando, il risultato è buono ma non è purtroppo all'altezza delle prime release della band canadese.
 


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