- Cradle of Filth -
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Cradle of Filth - Cruelty And The Beast Cruelty And The Beast

Gruppo: Cradle of Filth
Genere: Melodic Black
Etichetta: Music For Nations
Durata: 58 minuti
Data d'uscita: 1998
Voto: 6

1. Once upon Atrocity - 2. Thirteen Autumns and a Widow - 3. Cruelty Brought three orchids - 4. Beneath the Howling Stars - 5. Venus in Fear - 6. Desire in violent Overture - 7. The twisted nails of Faith - 8. Bathory Aria - 9. Portrait of the Dead Countess - 10. Lustmord and wargasm
 
RECENSIONE



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Ascoltando questo disco ci si pone il solito dilemma: questi Cradle of Filth,cos'hanno di black metal?
Probabilmente poco e niente ma ciņ non toglie che non siano in grado di comporre canzoni decisamente belle. Non smetterņ mai di dire che un gruppo come questo va ascoltato senza pregiudizi,senza pensare che viene ingiustamente (sia per loro che per il black) etichettato come black metal. I Cradle of Filth sanno suonare, hanno dalla loro una tecnica decisamente buona,sono supportati da produzioni all'altezza e se c'č una cosa che sicuramente va a loro sfavore č il loro atteggiamento a volte un po'arrogante e il divismo che sembra crescere di disco in disco.
Per il resto non si possono non menzionare gli splendidi testi scritti da Dani, a volte anche in inglese antico, molto lunghi e misteriosi,delle vere e proprie poesie infarcite di elementi presi dalle varie mitologie. In Cruelty and the Beast l'albionico gruppo ci narra le gesta di Elizabeth Bathory, "storica" contessa ungherese che,si dice, era solita farsi il bagno nel sangue delle giovani vergini come rimedio anti rughe. E sembra proprio che questo bizzarro personaggio sia un po' un ossessione per Dani e soci visto che non č la prima volta che i loro brani parlano di lei. Qui perņ ci troviamo di fronte ad un vero e proprio concept album che ripercorre l'intera vita della vampira. Le canzoni sono tutte decisamente all'altezza della situazione. Si parte con il classico intro, seguito dalla splendida Thirteen autumns and a widow, canzone che sale di tono ogni minuto che passa e da Cruelty brought thee orchids, con un riff a dir poco ipnotico. La quarta traccia č la mia preferita : Beneath the howling stars che si apre con un maestoso e imponente intro di tastiere e termina con una parte finale in cui il drumming di Nick diventa a dir poco indemoniato. Nota di merito anche per The twisted nails of faith mentre mi ha convinto di meno Desire in Violent overture,sicuramente un'ottima canzone ma un tantino fuori luogo all'interno del disco. Tutta da ascoltare la Bathory Aria, puņ sembrare troppo lunga e un po'noiosa ma dopo un ascolto attento vi accorgerete che si tratta di un altro ottimo pezzo.
Decisamente da rivedere il suono della batteria, non a caso lo stesso Gian Piras ha detto che in questo disco la batteria ha un suono veramente pessimo,ciņ non sminuisce perņ l'ottima prestazione del grande Nick.
 


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