<%response.write("")%> ArcadiA Club - Arnod Paole: uno dei caso di vampirismo in Serbia
 
- Arnod Paole: un caso di vampirismo in Serbia -
 
ARTICOLO
Dalla relazione ufficiale di alcuni inviati dell'Alto comando austriaco del 1700


Nel 1718, a seguito della pace di Passarowitz, una parte della Serbia e della Valacchia passò all'Austria che si trovò a dover fronteggiare degli alquanto singolari casi: persone decedute che, nella tomba seguitavano a vivere, e in circostanze speciali vi uscivano per andare a suggere il sangue di persone viventi per poter sopravvivere sottoterra in benessere e in prosperità. Così il governo austriaco, dopo vari rapporti riguardanti questi tipi di casi, decise di nominare una commissione di giudici, ufficiali, scienziati e medici con l'incarico di indagare su questi straordinari casi.
Uno dei rapporti di cui abbiamo parlato trattava di un caso del 1732: nel villaggio serbo di Meduegya apparvero, non per la prima volta, dei vampiri e così Alto comando inviò là due ufficiali, Büttner e von Lindenfel, con un chirurgo, il dott. Fleckingen, e due assistenti. Dagli abitanti vennero a sapere che cinque anni prima il servo confinario ungherese Arnod Paole, che era già conosciuto per essere stato tormentato da un vampiro a Gossaowa, era morto rompendosi il collo e nel giro di 20-30 giorni dal suo decesso quattro persone che avevano testimoniato contro di lui morirono; così 10 giorni dopo lo disseppellirono, trovandolo fresco e incorrotto con sangue fresco agli occhi e scorrente dal naso alla bocca, tanto da rendere sanguinolenti tutti i panni di cui era circondato, e con unghie e pelle rinnovate. Per ucciderlo definitivamente, come era consuetudine lo colpirono con una freccia al cuore facendogli emettere un lamento ben percepibile mentre un fiotto di sangue usciva dal suo corpo; in seguito lui e tutte le sue vittime furono bruciate, dato che anche esse sarebbero diventate vampiri.
Un testimone (oculare ma non citato nel rapporto) raccontò inoltre che la sera in cui si andò a disseppellire Paole lo si trovò come un vivente, con gli occhi aperti a metà, vivi, e con il cuore ancora pulsante! Il corpo non presentava mobilità o pieghevolezza, risultava completamente incorrotto. Narra anche che quando venne trafitto e poi decapitato vide sgorgare dalle viscere un sostanza biancastra mista a sangue, assolutamente non maleodorante.

J. Görres, da Die Christiliche Mystik (riadattato)
 


Effetti della displasia ectodermica iperidrotica
 
<< INDIETRO by VeNoM00