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Definizione La prima definizione "dottrinale" del termine "stregoneria" in occidente
è
quella che fu data dagli studiosi dell'Inquisizione, sebbene esistano scritti
romani (quali "Le metamorfosi" di Apuleio (II sec) che accennano all'argomento.
In particolare, il termine strega deriva dal latino "strix", che indicava il barbagianni, animale in cui si credeva la strega si trasformasse tra gli antichi
Romani. Questo "boom" fu causato da un periodo particolarmente critico sul piano sociale, economico e politico. Riguardo al fattore economico, esso è assai influente in quanto la magia, a differenza della religione, si aspetta dei risultati "concreti" prima della morte, e questo ne causò la diffusione in tutti quei ceti poveri che tentavano con ogni mezzo di sottrarsi dagli stenti e dalla fame. Inoltre, la stregoneria rappresentava per la maggior parte degli adepti la possibilità di evadere dalla squallida realtà che li circondava. Riguardo a questa realtà, ci riferiamo in particolar modo alle donne. Molti studiosi riconducono questo fenomeno principalmente ad un fattore: Il Cristianesimo vede la donna come un essere diabolico per principio in quanto
ha istigato l'uomo al peccato originale, inoltre (sempre il cristianesimo)
attribuisce potere tentatore e corruttore alla bellezza della donna, alla sua
astuzia e alla sua malizia. Girolamo Visconti, Dominicano (ai dominicani
venivano in genere affidati i processi), nel suo libro "Lamiarum sive striarum
opusculum" (1460) identificò addirittura la stregoneria con l'elemento
femminile. C'è da dire inoltre che spesso la stregoneria era dovuta più ad
intenti eversivi verso un potere soffocante e tirannico più che ad un intento
"magico". |
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