- Magic Gladius -
 
XXII GIORNATA
 Cinquanta fratelli di sangue (protagonisti: Aran, Sisal e Arkdes)

Magic Gladius
 

Cinquanta fratelli di sangue

E' quasi notte, il sole tramonta all'orizzonte e da una piccola capanna spunta volteggiando uno strano fumo, denso, di colore verde. Intorno alla minuta costruzione tutti gli insetti e i piccoli animali sono in assoluto silenzio. Da sotto la porta filtra del sangue olivastro, dall'interno scaturiscono gemiti, respiri profondi. Qualche piccolo urlo di spavento fugge dalle sensuali labbra di una donna, Arkdes. Ha gli occhi grandi, aperti, spalancati, vitrei. Sopra di lei c'è un uomo, Sisal. Lei piange, lui ha in mano un falcetto tinto di verde coagulato; le sta tagliando la fronte per poi incidere il cranio. Il corpo semicosciente è preda di spasmi involontari, si agita, si contorce ma un altro uomo lo tiene saldamente per la testa: Aran.

Aran - Preoccupato - "Che stai facendo ora? Non ci sono altre... Vie?"

Sisal - Teso e sudato - "Il tempo ci è nemico, le devo rimuovere l'ultima testa del simbionte, il resto del corpo è danneggiato ma libero. Questo è il passaggio più difficile, tienila stretta mi raccomando, le devo asportare una parte di glabella."

Aran - Socchiudendo gli occhi - "Ancora non riesco a credere che gli orchi mi abbiano riconosciuto come capo solo per un mantello verde..."

Sisal - "Non poteva andare che così. Gli orchi, fatta eccezione per vista e tatto, hanno sensi ipersviluppati... Grazie al loro fiuto hanno percepito che questo mantello non è fatto con un tessuto qualsiasi ma con gli steli di Mawrati... Una pianta rampicante che cresce solo nelle zone più impervie della foresta sacra. Ciò li ha riportati al loro addestramento... Tanto è bastato perchè, assieme alle tue fattezze di Montrak, ti riconoscessero come capo..."

Aran - "Allora è per questo che un comandante prima di morire deve distruggere  il suo mantello, non si tratta di una formalità... Sai molte cose che ignoro... Forse anche sulla mia natura di... Vampiro... Ascoltami, salvata Arkdes e riportati gli orchi alla foresta, voglio che ne parliamo."

Sisal - Senza distrarsi - "D'accordo, però ora si sta facendo buio, accendi quelle candele e non distrarmi, l'operazione è molto complessa."

Aran - "Si, scusami." - Dopo poco - "Non faremmo meglio ad addormentarla?"

Sisal - Seccato - "No, impossibile. La reazione del cervello alla rimozione deve essere immediata, se l'addormentassimo potrebbe non risvegliarsi più. Tra poco dovremo praticarle una trasfusione. Libera dall'organismo parassita dovrà immediatamente avere nuovo sangue in circolo. Sei riuscito a procurarne di compatibile? Come vampiro non dovresti aver avuto..."

Aran - "Si l'ho estratto da un bestione di quelli qua fuori, non ha battuto ciglio mentre glielo prendevo! Sai, io riconosco il gruppo sanguigno dall'odore, sei fortunato... Gli orchi ne hanno dieci volte più di un umano, tieni è in questa sacca..." - Con occhi maliziosi - "Ancora caldo..."

All'udire queste parole Sisal stacca gli occhi dalla ragazza ed esita ad afferrare la bisaccia.

Sisal - "E' sangue... Pulito? Insomma come l'hai prelevato? Non voglio necare un'ardocoda per far nascere una vampira."

Aran - Offeso - "Certo maledetto druido! In tutti questi anni non ho mai contagiato nessuno! Ma se non ti fidi puoi sempre lasciarla morire! Pezzo di cane!"

Sisal - Ritornando a guardare Arkdes - "D'accordo, non ti scaldare, appoggialo lì. Ecco, ho afferrato la testa del simbionte... Dannazione è ancora molto vitale, non lo riesco ad estrarre! Che possiamo fare?"

Aran - Stupito - "Cosa? Sei tu il druido! Fa qualcosa!"

Sisal - Confuso - "Non so che fare, questo non era previsto! Forse dovremmo aspettare... Avessi i miei libri..."

Aran - "Lascia stare i manuali e dà qua, ci provo io."

Sisal - Indispettito - "Sei pazzo le strapperai il cervello con quelle braccia nerborute!"

Mentre i due litigano pesanti passi calpestano il terreno circostante. Si avvicinano, uno dopo l'altro, come dei tamburi da battaglia. I cinquanta orchi sono irrequieti, non amano stare disarmati fuori dalle loro valli. L'orco più grosso del clan sta così venendo a reclamare ordini da Aran. La possente mano bussa alla porta in noce facendo vibrare l'intera struttura. Secondo le leggi di Montrak questa casta di guerrieri ha l'obbligo di girare in territorio nazionale disarmata; la loro pericolosità è già altissima quando sono a mani nude e la loro aggressività ne impedisce l'impiego in compiti che non siano militari.

Sisal - A bassa voce - "Che cosa vogliono ora?"

Aran - "Sono infastiditi da buio. Si devono essere stancati di aspettare, se non esco e li accompagno a Frodend perderò la mia autorità con le tragiche conseguenze che immaginerai. Gli orchi mal sopportano gli umani..."

Sisal - "Questa non ci voleva... Va bene vai, dai un pugno ad Arkes, la tramortirai e andrai alla gola con gli orchi."

Aran - "Tramortirla? Hai appena detto che potrebbe morire... E poi ho bisogno del mantello!"

Sisal - "Il mantello le tiene assieme il corpo! Vai! Correremo il rischio di farle perdere del tutto i sensi!"

Aran - "No se ne parla, hai..."

Sisal - "Ho detto..."

Mentre i due temporeggiano, l'orco spazientito scoperchia la casa. Nella sua mente si ripropongono a ripetizione immagini di addestratori che frustano lui e i suoi fratelli. Il rispetto degli orchi si rivolge solo verso la natura, per gli uomini non c'è che odio, risentimento e frustrazione per il modo in cui ne vengono sottomessi.

Orco - "Uuuuooogh!"

Aran - "Ecco lo sapevo, ora siamo nei guai. Dovevi proprio usare il mio mantello per bendarla?"

Sisal - Bisbigliando - "Ora sono io che te lo dico: fa qualcosa! Subito!"

Aran - "Ehi, bestione, nava, niun cuic, se sen te nava mesalloi to niun, arè?"

Sisal - "Che gli hai detto? Non conosco il dialetto Borde..."

Aran - "Gli ho detto che se è stanco di aspettare può mangiare il cibo che vede in questa stanza, in attesa della partenza."

Sisal - Terrorizzato - "Cosa? Ti ha dato di volta il cervello? Gli orchi mangiano gli uomini!"

Aran - "Non è vero! Prenderà quella frutta, sono tutte dicerie quelle degli orchi mangia-uomini... Non è provato! E poi non c'è altra cosa che gli interessi più di uccidere o copulare tra loro!"

Orco - "Uuuuooogh!"

Il possente braccio dell'orco si avvicina rapidamente ai due fino ad afferrare Arkdes. La situazione precipita, qualcosa della donna lo ha attratto.

Sisal - Gridando - "La divorerà! Fermalo, uccidilo presto! Presto!"

Aran - Uscendo dalla capanna - "Non lo farà! Sta fermo e non attirare la sua attenzione! Dammi una candela, spegni le altre, cercherò di fargliela appoggiare!"

Sisal - "No! Non c'è tempo da perdere, se non vuoi fare niente tu userò io lo scettro!"

Aran - Rientrando - "Cosa? Quello scettro è troppo potente, senza controllo potrebbe radere al suolo tutta la collina!" - Spazientito - "Sai ho cambiato idea sull'anestesia... " - Colpendo Sisal dietro la testa - "In certi frangenti non se ne può proprio fare a meno! Umhf! Questo bastone è meglio che lo nasconda..."

Sisal cade a terra tramortito mentre l'orco si dirige verso i compagni con Arkdes tra le braccia. La testa di lei è aperta e, nonostante si tratti di un'ardocoda, un'esposizione prolungata della sua corteccia cerebrale potrebbe comprometterne la sopravvivenza.

Orco - "Uopoorgh!"

Aran - Agitando le braccia - "Nava ensin niun! Apo arè!"

All'intimazione di lasciare andare Arkdes, l'enorme essere si adira, stringe al fianco il corpo della giovane e si infuria. Senza il mantello del comando, senza aver dimostrato valore, Aran perde via via di autorità.

Orco - Cercando invano di afferrare Aran - "Uuuaaggrtttgh!"

Sono nei guai, è troppo grosso perchè lo possa affrontare così, inoltre se i suoi compagni ci sentissero lottare accorrerebbero immediatamente e saremmo spacciati! Devo agire d'astuzia... Gli dirò che la donna ha una malattia mortale contagiosa.

Aran - Senza dimostrarsi titubante - "Nava ensin masalloi! Ter poitok! Nava poitok! Nava lef!"

Udite queste parole il colosso si tranquillizza, guarda Arkdes, guarda Aran, Arkdes, ancora Aran e compie un gesto che nessuno si sarebbe aspettato. Spalancate le mascelle, il mostro si infila la povera malcapitata in bocca.

Aran - Sguainando furente la spada - "Nooo!"

La situazione è tuttavia strana, la bava del mostro cola da tutte le parti ma non vi è traccia di sangue, non vi è quella concitazione tipica del pasto di un orco. Di lì a poco il libero di Montrak si accorge che non la sta affatto mordendo, le sta solo "succhiando" la testa. La scena ha dell'inverosimile ma l'istinto fa intuire ad Aran che il pericolo è cessato. La lama rientra nel fodero. Proprio in quell'istante Sisal si riprende dal colpo e, aperti gli occhi, si trova di fronte alla raccapricciante scena. In preda a puro terrore si lancia verso lo scettro ma non lo trova dove lo aveva lasciato; l'emozione è troppo forte e per lo spaventa il druido inizia a piangere di disperazione.

Sisal - Urlando con voce strozzata - "Lasciala! Lasciala mostro!"

L'orco non lo ascolta neppure e dopo alcuni mugugni lascia cadere la ragazza. Tra lo stupore impietrito di tutti questo emette poi un richiamo: un urlo così potente da far rabbrividire persino l'impavido Aran. Ha chiamato a raccolta i suoi quarantanove fratelli di sangue.

Sisal - Ripresa lucidità - "Aran! Non rimanere lì impalato! Dobbiamo mettere in salvo Arkdes, dov'è il mio scettro?"

Aran - "Fa silenzio druido, se ne stanno andando."

Il possente drappello fa inspiegabilmente si allontana, a passo lento, senza dire nulla. Qualcuno, di tanto in tanto, volge la testa verso Sisal.

Sisal - Esterefatto - "Come? Ne sei certo? Ma com'è possibile?"

Aran - "Non chiedermelo, non riesco a spiegarmelo. Posso solo azzardare ipotesi, forse... Forse hanno riconosciuto in lei l'odore del mantello o lo spirito di ardocoda o il sangue del druido Secruel, membro del consiglio e... E hanno rinunciato..."

Mentre Aran parla Sisal è già di fronte ad Arkdes.

Aran - Avvicinandosi - "Come sta?"

Sisal - "Sta molto male e non ho nulla per curarla, ora che siamo senza inseguitori dovremo rifocillarci e portarla al più presto da uno sciamano che vive nei pressi delle caverne di Nitra."

Aran - "Terreno pericoloso, vi si aggirano creature di Es, sei certo che non ci siano alternative? E poi i dovrei ricongiungermi ai miei uomini... Mi crederanno morto..."

Sisal - Ristabilito - "Mi hai stancato con le tue domande e la tua insubordinazione! Farai come dico! Restituiscimi lo scettro!"

Aran - "Che cosa? Cercatelo da solo dannato druido! Avrei dovuto staccartela quella testa piena di letame! Se siamo vivi è per merito mio! Per quanto mi riguarda le nostre strade si dividono! Non voglio avere più niente a che fare con te!"

Sisal - "Ora basta! Sai bene che solo io posso intercedere per farti riabilitare agli occhi di Montrak, non ti conviene avermi contro... Il mio scettro: avanti, consegnamelo."

Ciò che Aran più ama è il suo popolo e quindi, senza dire nulla, riconsegna stizzito il manufatto a Sisal. Dopo aver mangiato delle bacche i tre si rimettono in viaggio ma qualcuno, nell'ombra, sta già seguendo i loro spostamenti.

CONTINUA...

 

 
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