- L'Annunciazione (pittura ad olio) -
 
 Analisi critica opera di: Ludovico Carracci
IMMAGINE DATI GENERALI


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L'Annunciazione

Autore: Ludovico Carracci
Dati tecnici
: olio su tela, 181x215 cm
Datazione
: 1585
Ubicazione: Pinacoteca nazionale di Bologna
Curiosità: n/a
 

COMMENTI E RIFLESSIONI

Commento

Dopo il Concilio la pittura sacra doveva essere rinnovata secondo gli ideali controriformistici, in particolare si era reso necessario superare l'artificiosità dell'ultima Maniera in favore di opere più semplici e comprensibili. Non solo, il contenuto stesso doveva rispettare la rinnovata visione religiosa della Chiesa di Roma, più umile e devota. Massimo esempio di aggiornamento in questo senso sono i prodotti di Ludovico Carracci, uomo in grado di esprimiere la propria spiritualità appassionata con toni patetici e ricchi di persuasiva eloquenza, in particolare nell'Annunciazione. Infatti in quest'opera troviamo schemi compositivi e strutture narrative molto semplificate rispetto alla pittura tardomanieristica, rendendo così un risultato più naturale e vicino al "vero", requisito indispensabile per poter meglio muovere i sentimenti dello spettatore. Per rendere al meglio l'effetto di naturalezza si ispira e imita chi più che mai in passato era riuscito ad indagare la sfera dei sentimenti umani rappresentando le più sottili forme di espressività, ovvero Correggio, pur temperandone l'ardore con la sobrietà delle pose dei protagonisti, dei loro gesti e tramite un composto uso di colori e luci. L'opera è impostata su una struttura semplice e rigorosa di gusto neo-quattrocentesco per via del telaio prospettico messo in forte evidenza dalle piastrelle sfuggenti verso il punto di fuga. L'ambiente è scarno, spoglio e ricco di uno spirito quotidiano, accentuato in particolare dalla cesta dei panni ai piedi dell'inginocchiatoio e dai libri posti in cima. Maria, rappresentata molto giovane coerentemente con il personaggio storico, è resa secondo un ideale neoraffellesco di virginale purezza che avrà in seguito una forte eco. Anche in questo caso si tratta di un'applicazione dei dettami controriformistici, in particolare riferimento a quanto aveva detto il cardinale Paleotti nel suo "Discorso": le immagini sacre "dalle quali si vedrà spirare pietà, modestia e devozione penetreranno dentro di noi con molta maggior violenza che le parole". La luce nell'opera assume un ruolo particolare: sebbene sia in realtà artificiosa in quanto proveniente da molteplici fonti (laterali, frontali e dalla finestra della colomba dello Spirito Santo) essa serve per mettere in evidenza i soggetti chiave del dipinto quali il cesto, l'inginocchiatoio, le frementi ali dell'angelo e il suo ramoscello di gigli.

 

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