- Profilo dell'artista -
 
IMMAGINE L'AUTrice

L'artista
 

Isabella Branella

Nata a Giulianova (TE) nel 1970, diplomata in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, allieva di Alberto Manfredi, ha svolto parte della sua attività artistica nel Laboratorio F.lli Manfredi di Reggio Emilia, con incisioni (prevalentemente a puntasecca) e litografie.

Dal 1993 ha partecipato a diversi concorsi e mostre. Ad oggi collabora con i CST (Centro Sociale Trakkignani) di Pescara, portando avanti un progetto dal titolo "Ormai è fatta!" ispirato dall'autobiografia di Horst Fantazzini, progetto che vede l'interazione di diverse forme artistiche e una mostra di Mail Art itinerante.



CRITICA


La critica dice di Isabella Branella...

"Talvolta la bellezza ci fronteggia e la diamo per scontata, lo sguardo passa senza curarsene molto, tuttalpiù tende a tornarvi di frequente. Finché questa coercizione inconsapevole del nervo ottico non colpisce la nostra riflessione e d'un tratto ci accorgiamo che ciò che stiamo guardando è bello;anzi per la sorpresa della scoperta, meraviglioso. Può accadere per uno scorcio di paesaggio, un volto o un corpo, un'opera dell'uomo, per tutti i mille particolari che ci circondano.

In stamperia sono state esposte per lungo tempo tre grandi incisioni a puntasecca. Una di trentacinque centimetri per cinquanta, la seconda di quarantotto per sessantuno, la terza di cinquantanove per quarantaquattro centimetri. Tre immagini grandi, cariche di nero, molto visibili. Nella prima, sulla destra, delle figure dolenti hanno volti e corpi contratti dalla paura e dall'angoscia, così come è contratto su se stesso, privo di speranza, il vecchio in basso a sinistra. In basso anche due gatti, acquattati per il panico. In alto, ancora a sinistra, un paesaggio di colline nere, quasi dune di cenere.

Nella seconda una donna piegata all'indietro, che grida, le mani al petto, un cane le appoggia le zampe al ventre e alza il muso a chiederle il perché di tanto dolore. Sopra, un paesaggio di rovi e nuvole spinose e in un angolo tre croci, un Golgota cupo, un cimitero di guerra.

La terza ha impresso dal basso all'alto un nudo femminile, di tre quarti di schiena con il volto affiorante da una fluente massa ondosa di capelli, a sinistra un profilo luciferino di uomo con cilindro e pince-nez, al centro un arco di luna, in basso a destra carte da gioco -un cinque di quadri e un jolly-e un gatto che grida.

E' una descrizione sommaria che non rende pieno onore alla ricchezza di simboli e alla potenza rappresentativa delle incisioni. Ed è la terza che, per prima vista giorno per giorno, appesa di fronte alla scrivania, mi si è alla fine svelata di una bellezza completa, per l'equilibrio delle forme e della costruzione, per il gioco armonico dei grafismi e dei contrografismi, per l'istintiva attrazione suscitata dai personaggi. L' ho intitolata Il grido del gatto, dal nome di un insieme mostruoso di malformazioni congenite, dovute ad un'aberrazione cromosomica, tra cui una particolare tonalità del grido, lamentoso ed acuto, simulante il miagolio del gatto, a bocca spalancata, è inquietante allegoria del travaglio di vivere. E l'altra, Golgota, e la prima Inverno nucleare. Opere di un incisore che sotto la pelle imbellettata del quotidiano vede e rappresenta orrori, speranze, incubi, sogni, mostri, bellezze. Fatica a cui sono chiamati i veri artisti e i veri poeti, affinché, distinguendosi dalle amebe nutrite a raggi catodici, rechino il sollievo perenne dell'arte a quegli ormai pochi che sanno apprezzarlo.

Probabilmente i titoli attribuiti a queste puntesecche nulla hanno a che vedere con quelli reali dell'artista. Ma evocare suggestioni, storie, ricordi personali nell'osservatore è peculiarità di ognuna delle tante splendide incisioni e litografie di Isabella Branella che ho avuto modo di ammirare e talvolta il privilegio di stampare. E se presenti i titoli danno indicazioni, sono pur sempre incipit il cui prosieguo l'artista affida alla fantasia altrui.

A picco sul mare, Falene, Handicap, Abbraccio, Insieme, La vamp, Melodie lontane, Il sogno di Alain, Inerzia, La silenziosa : non soltanto immagini in incisione o litografia ma, racchiusi in un foglio, racconti interi da dipanare e interpretare a piacere.

La forza evocativa di Branella si avvale di un lessico iconografico articolato su suggestioni tratte da Kathe Kollwitz, da Kirchner, da Beckmann, da Munch, dai frutti migliori dell'espressionismo nordeuropeo, sia pittorico che letterario; alcuni fogli sembrano racconti di Kuno Kohn, una litografia che ritrae un vecchio robusto seduto di fronte ad una finestra, la mano sul davanzale, a guardare un paesaggio che non può raggiungere, si intitola Buddenbrook. Ma anche di un disegno magistralmente condotto e di un possesso delle tecniche incisorie che ha la facilità istintiva dei prescelti dell'arte.

Chiusa in una stamperia per una settimana, senza quasi nutrirsi se non attingendo da un proprio libro segreto rigonfio di disegni, questa artista minuta ha realizzato una serie di lastre in linguaggio misto - acquatinta, acquaforte, puntasecca, lavìs, per negativo - e di litografie a matita, pennino, acquerello, tale da decretarle tra gli incisori più interessanti e promettenti capitati nel nostro laboratorio: spesso forza e volontà superiori si nascondono in gracili apparenze.

Dalla lontananza di Giulianova, dove vive, ci giungono con regolarità notizie. Isabella Branella, pur costringendosi ad ottemperare ai dettami del quotidiano - un lavoro, i denari... - continua a tessere le sue storie, trascorrendo dalle incisioni al cromatismo fauve dei quadri ad olio, sempre con il medesimo pathos e i medesimi racconti. Non demorde ma coltiva con ostinata passione il sacro vizio di disegnare, dipingere, incidere. Chiediamo al dio dell'arte di tenere in particolare cura questa figlia tanto meritevole!"

Nicola Arnoldo Manfredi
 

MOSTRE

MOSTRE, LAVORI E CONCORSI

Nel novembre 1997 ha realizzato un'incisione a puntasecca per un'edizione Mavida fuori commercio della novella "Buon giorno disse Giorgio entrando" di Cesare Zavattini.
Nell'ottobre 2002 una sua puntasecca ha corredato l'edizione speciale de Il paradosso sull'attore di Denis Diderot pubblicata da La Vita Felice di Milano in collaborazione con gli Amici di Leonardo Sciascia.
Ha partecipato, su invito della commissione giudicatrice, alla terza edizione del Premio Sciascia "Amateur d'Estampes" ed ha realizzato due incisioni per l'Almanacco di Italia Nostra del 2002.
Nel 2005 ha creato quindici dipinti per Fiori di Maggio, silloge di sonetti di Yzu (opera pubblicata per i tipi di Mavida) e cinque incisioni per il libro "Rimbaud il Figlio" di Pierre Michon (edizione Mavida 2005, distribuzione tramite Passigli Editor).
Nel maggio 2006 ha partecipato con un'incisione a tecnica mista, al Progetto Bajo Flores "Le storie salvano la vita". Altre due sue incisioni a ceramolle e puntasecca sono presenti nell'Almanacco di Italia Nostra 2007.
 
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