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Sabato 19 febbraio 2005 - 16.12.09
Il vaso di Pandora del nuovo millennio
La televisione

Il giorno in cui abbiamo aperto questo nuovo vaso di Pandora la nostra civiltà è cambiata, il nostro modo di pensare è cambiato. Abbiamo acceso il televisore e “spento il cervello”.
La “spazzatura” che sforna quell’oggetto malefico è il frutto più avanzato di ciò che il sistema ha prodotto. I nostri migliori “scienziati della mente umana” vengono impiegati nella realizzazione di programmi e messaggi promozionali adatti all’utente ultimo, su misura, perfettamente calzanti con i problemi e i sogni dell’uomo della nuova società di massa: quella del nuovo millennio. Essa aderisce perfettamente alla forma dei nostri desideri, delle nostre ambizioni e speranze.
Se ne era già accorto anni fa il grande Karl Popper (liberale) ma anche il celebre Alexander Solzhenitsyn (conservatore), nonostante la lontananza ideologica tra i due, entrambi hanno parlato della televisione (quasi) con le stesse parole “veleno” e più genericamente di strumento che disgrega la civiltà. Avevano ragione.
Questa è la musica da ascoltare per non essere considerato “out”, questo è il modo in cui ti devi vestire. Vota questo e dimentica quest’altra cosa. Non pensare.
Il televisore è diventato il mezzo di trasmissione di questa “droga” che costringe i nostri movimenti. Noi immaginiamo un mondo migliore? Lo spot ci farà vedere l’automobile d’avanguardia di turno che fa sì che il mondo entri in una nuova era; noi immaginiamo di vivere di rendita? La TV ci mostrerà il vincitore del “gratta e vinci” che, con tutti i soldi che ha vinto, non si alza la mattina.
Non lasciamoci ingannare, per quanto possa essere nascosto, ogni pubblicità, ha sempre un solo scopo: quello di vendere il prodotto reclamizzato. Nient’altro.
Se non vedi non compri, se vedi e non compri nel 70% dei casi è semplicemente perché non fai parte di quel determinato target che volevano colpire. Questo fatto ha un altro risvolto negativo: l’utente finale crede di essere immune agli attacchi dei media. Falso. Nessuna azienda investirebbe miliardi in pochi secondi di visibilità senza averne un sicuro ritorno economico.
Ci sono tre tipi di pubblicità: quelle che coinvolgono (es. suddivise in più parti), quelle che scandalizzano (es. quelle che durante i pasti mostrano assorbenti o lassativi vari) e quelle che stupiscono (es. paesaggi irreali con modelle seminude).
Ci fanno adirare, ridere, piangere e stupire ma il denominatore comune di queste machiavellici imperativi è che ci fanno comprare. Ci costringono ad avere bisogni fittizi: ci trascinano in un vortice dal quale non possiamo uscire: la moda nella società di massa.
Ci persuadono del fatto che una firma, una marca fa si che un capo d’abbigliamento qualsiasi possa arrivare a valere anche più del duecento per cento del suo effettivo costo di produzione. Passiamo ore e ore davanti ad una scatola che produce luce e colori e messaggi, luce e colori e messaggi mentre noi, passivi, terminiamo le nostre grigie giornate ad annuire, in silenzio, in solitudine immedesimandoci in una vita “migliore” stile soap opera. Mentre il mondo va in frantumi noi, stressati e distesi sulla poltrona, neanche ce ne accorgiamo.
Un consiglio? Leggiamo e... Distruggiamo tutti i televisore fino a che siamo in tempo...
 

 

aFiGoZ

 

 

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