Consigli sentimentali
 


Love Giudizi: sincerità o rispetto?
La sottile differenza tra persone inopportune e sincere


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Premettendo che già nel verbo "giudicare" risiede un certo quantitativo di arroganza è palese che ogni giorno, per forza di cose, ci troviamo nella situazione di esternarne l'applicazione (forse non è addirittura possibile vivere in società senza formulare giudizi). Il rapporto tra sincerità e rispetto è quindi notevolmente combattuto: meglio tacere un difetto? Mentire per fare bella figura? Essere spudorati? Dato che si sentono sempre persone che si definiscono sincere ("In tutta sincerità...", "Ti dirò la verità...", "Io le cose le dico in faccia...", ecc.) vale la pena di approfondire l'argomento; tra le miriadi di possibili situazioni in cui entra in gioco la sincerità vogliamo trattare quelle inerenti la sua "inopportunità" e "scomodità":

  • Sincerità inopportuna - Le verità inopportune sono quei giudizi e quelle affermazioni che, vuoi per estremizzazioni, mancanza di basi solide o semplicemente perchè non richieste offendono la sensibilità/orgoglio della persona in questione (vere o false che siano). Fin troppo spesso si sentono persone definirsi sincere mentre spargono a destra e a sinistra parole offensive/appariscenti, ebbene questa non è sincerità; si tratta di un'espressione della quale in realtà ci vergogniamo e, ammettendoci sinceri, riveliamo che in altre occasioni sarebbe valsa la pena di mentire; se stiamo "cantando" è insomma perchè siamo stati messi alle corde o vogliamo schiacciare qualcun altro/a. Questa non è vera sincerità, spesso è anzi indice di falsità che trova, nell'esprimere qualcosa di facile, un'eccezione alla regola.
     
  • Sincerità scomoda - La vera sincerità è quella forza di ammettere verità che ci si porta dentro, verità utile anche se dolorose o gravi da comunicare. Una persona può definirsi corretta se tira fuori ciò che è difficile da se stessa e non ciò che è semplice. Essere sinceri non vuol dire scegliere sempre la via più comoda e rapida per togliersi d'imbroglio bensì impegnarsi a condividere se stessi con gli altri. Non dobbiamo spingere ciò che già esce dalla nostra bocca con forza ma, alla luce di un ragionamento, faticare per tirare fuori ciò che è bloccato in noi. Ci sono mille modi per esporre un punto di vista: merita rispetto solo chi lo fa nell'interesse dell'altro in un clima di scambievole correttezza.

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Detto questo, se si viene "tirati in ballo" in merito ad un parere, non si deve cedere nemmeno alla menzogna (anche la bugia è una facile scappatoia) ma esprimere con garbo e delicatezza le proprie idee; dobbiamo motivare e soprattutto proporre delle soluzioni atte a migliorare ciò che giudichiamo come negativo. La cosa importante è esprimere opinioni con cognizione di causa, senza risultare deprimenti e  con l'onestà di chi non assolutizza il proprio modo di vedere le cose. In fondo lo sappiamo e lo vediamo di continuo: non esiste niente di peggio di chi si permette di "bollarci" senza averne basi/conoscenze adeguate, con leggerezza o aggressività e senza tener conto che proprio il modo di analizzare potrebbe essere quello errato (sei brutto/a, svampito/a, grasso/a, superficiale, sfigato/a, noioso/a, ecc.). Essendo esseri imperfetti non possiamo far altro che liberarci da toni di superiorità e accettare di poter sbagliare; allo stesso tempo ricordiamo però che a sbagliare potrebbero essere anche gli altri: il fatto stesso di non essere tutti uguali ci mette di fronte a continue e contraddizioni e contrasti, l'unica soluzione è condividere se stessi per raggiungere un punto in comune.
 

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