- Anteprima primavera/estate 2006 (prima parte) -
 
Scritto da: Giancarla Vietti
ARTICOLO

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Anteprima primavera/estate 2006 (prima parte)
Trend: cercare un'eleganza autentica

Ecco il nuovo obiettivo della tendenza: cercare l'eleganza vera. Cercare qualcosa dell'eleganza vera. Entrare in una nuova sintonia. Questo mood era già nell'aria da tempo, preannunciato con performances insistenti in molti momenti, già negli anni scorsi, come esigenza emergente e inarrestabile. Le concessioni ai canoni dello stile bon ton, nelle nuove sfilate, sono infinite e prevalenti: nei tagli, prima di tutto, poi nei tessuti e in tutto il look, in generale. In ogni caso, alla sfilata di Miuccia Prada, i grembiuli primaverili erano imbrattati ad arte, col gesso, per prendere distanza da quello che potrebbe essere mero perbenismo borghese. Le nuove immaginazioni, i nuovi disegni per l'estate 2006, anche se si immergono nel passato, sono nostri, ci esprimono adesso, hanno connotati rigorosamente contemporanei, anzi, hanno un innovativo taglio purista. Il mondo onirico di questo passato, in cui si attinge, è rappresentato dai favolosi anni '60, i primi anni '60. Gli anni del boom. Anni di gioia. Quando gli abiti femminili non si confondevano con quelli maschili.

La femminilità è stile

La femminilità è riscoperta. Essa è, oggi, consapevole e disinvolta. La donna si è riappropriata del proprio modo di essere, non ha più bisogno di camuffarsi da uomo. Si sente libera di essere se stessa. Ha conquistato, in molti modi, ciò che desiderava. Ora deve rifare il punto. Trovare nuovi equilibri. Lavora con tailleur femminili, proprio quelli con dettagli anni '60: scollatura rotonda, giacchina corta, maniche trequarti e così via. Per il cocktail, per i momenti importanti o per la sera e il tempo libero, volentieri, essa ritorna se stessa. Sa farsi apprezzare. Il must diventa la femminilità: il must è l'abito, forse a bustier, con vita segnata e gonna "a campana". E decisamente sinuose diventano le silhouettes, per il piacere delle forme. Così, ad esempio, nasce Martha Milano.

E poi ancora la femminilità è vintage

Gonnelline lingerie si muovono tra le ruches e i plissé e spuntano dai trench leggeri e stretti in vita da fiocchi in tessuto, già in primavera. Riappare l'entusiasmo di rovistare nel baule della nonna, tra balze e volants, pizzo, chiffon e crochet. Oppure di rifarlo da zero con materiali sapienti e tagli ineccepibili, come da Dolce e Gabbana, soprattutto per le cose dell'estate.

Il gioco del giro vita

La nuova primavera-estate scopre le spalle e segna il punto vita. E lo segna alto. Per iniziare una nuova tendenza. Come potranno le migliaia di teen agers cedere al rialzo del punto di appoggio della cintura, fino ad ora sotto l'ombelico, perennemente scoperto, anche in gelidi inverni. Cosa che, peraltro, l'ha reso molto importante, "centro del mondo", come dice la famosa canzone. Ora, però l'attenzione è sul giro vita segnato: che sia sottile, che sia flessuoso. Magari non sarà immediata, ma questa è la tendenza. La moda non è davvero poi così rapida. Ci lascia il tempo, se lo vogliamo e se sappiamo coniugarla, di fare il gioco degli opposti. Il classico, ovvero il neoclassico purista d'avanguardia.

Forse non sarà tanto male abbandonare qualche sciatteria, per cercare quell'eleganza senza tempo, che aborre le facili ostentazioni del corpo o del lusso, che si rivolge a calibrate ricerche di tagli, forme e materiali, in magico equilibrio tra rigore sartoriale e fluidità informale, che danno il risultato di una semplicità estrema e naturale. I tagli sartoriali sono amati perché sicuramente donano alla figura, come mai altri. Mia madre mi diceva che due capi possono sembrare identici a prima vista, ma, indossati, è il taglio che li rende del tutto diversi fra loro.
I tailleurs, dicevamo, saranno fatti di costruzioni dolci e sinuose, con piccole tasche applicate su corti giacchini, forse col collo arrotondato o a listino. Il tessuto potrà addirittura essere "doubleface". La gonna sarà corta e svasata. Le linee saranno ad A, gli abiti da cocktail, i classici abitini neri saranno ad H, spesso anche in tessuto fantasia. Se questo può sembrare un discorso per addetti ai lavori, basterà mettere in sovrimpressione l'immagine di Jaqueline Kennedy, con i lunghi guanti, i grandi occhiali neri e il filo di perle. Il gioco è fatto.

Spesso riaffiora anche il revival degli anni '80. Tuttavia esso è meno incisivo, perchè più vicino al nostro modo di essere. Gli studi psicologici insegnano. Un tempo, una fase di vita, sia personale che collettiva, ritornano ad essere amati e desiderati, soltanto quando sono sufficientemente lontani da poter diventare mito. Deve essere tutto un mondo già così lontano, d'aver sedimentato del tutto, nel nostro inconscio, ciò che era brutto o troppo quotidiano, per rappresentare soltanto le sensazioni, i ricordi, i pensieri belli. Ciò avviene largamente, e fortunatamente, nella nostra memoria, anche collettiva, del tempo passato: per questo lo vogliamo recuperare. Dopo, e soltanto dopo, possiamo parlare di contenuti.

 

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