La "genialità" si esprime in parecchi modi ma l'unico
che l'uomo comune riesce a concepire è quello della logicità
estrema; il motivo è molto semplice: ciò che è razionale
appare verificabile concretamente, direttamente ed è soprattutto
facilmente decostruibile: chiunque può risolvere un'equazione di
secondo grado, pochi saprebbero riprodurne il
ragionamento che vi sta dietro. Il problema è che quello logico è
solo uno dei modi di esprimere facoltà eccezionali, si veda ad esempio
l'aspetto creativo della genialità (forse il più importante), è
sminuito, se non del tutto ignorato.
Che cos'è la logica senza un'idea da sottoporre ad
analisi, a critica e verifica? Nulla. Il creativo è colui che versa
nel sacchetto delle idee conosciute nuovi pensieri, orizzonti
inesplorati, un mestiere che tutti dicono facile ma che pochi
riescono davvero a replicare.
Ora, come reagisce una persona comune le cui
aspettative vengono disilluse, le regole sconvolte, le certezze
frantumate e i valori calpestati? Nella migliore delle ipotesi
risponderà con un rifiuto, in altre con l'esclusione, in altre
ancora con l'oscuramento (dall'antico uccidere al moderno
deridere). Tutto questo è disdicevole ma "normale", naturale e
consequenziale; di fronte alla negazione del proprio bagaglio
intellettuale, di ciò che si è dato per "certo" e assodato, è facile
che si scateni ira, frustrazione e paura.
La specie-uomo, per quanto più evoluta di altre,
prevede nelle sue forme più ovvie l'istinto di auto-conservazione
che, quasi sempre, si converte anche in conservazione dei concetti.
Per vivere abbiamo bisogno di punti fissi, di riferimenti e chi mira
ad abbatterli ci appare inevitabilmente ostile.
Da qui il malessere delle grandi intelligenze che,
nel sistema in cui viviamo, non possono emergere. Due esempi per
tutti: come si
può riconoscere una mente eccelsa in un sistema scolastico che
premia la capacità di "ripetere"? Come si può in una società basata
sull'esteriorità e sull'apparire? Molto difficilmente. Gli unici
geni che riescono ad affiorare sono quelli con personalità molto
forti ma questi rappresentano purtroppo una sparuta minoranza rispetto alla gamma di
intelligenze esistenti.