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Ripercussioni del pensiero di Freud

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 Ripercussioni del pensiero di Freud

L'antropocentrismo medievale è morto. L'uomo non è più il fulcro vitale di tutto l'universo (lo hanno scoperto Copernico e Galileo Galilei), non è la diretta creazione di un Dio (lo ha rivelato Darwin) e non è neppure dominato dal puro logos: lo ha svelato Freud.
<%'ADV_ORGANIZER 1.0 | formato, categoria, base, altezza, unico, disposizione, voto, dove, numero,tipo,refresh,output response.write(organize_adv(0,categoria,468,60,176,,9,,1,1,1,)) %> Fino a dove può arrivare la piccolezza e la finitezza dell'uomo? - Se la prima e la seconda tesi possono essere già state accettate dai più, la terza, quella che ci tocca da vicino, è per molti un calice troppo amaro da "mandar giù".
Freud, seppur anticipato da Galeno e in un certo qual modo da Gorgia) con l'intuizione dell'esistenza dell'inconscio, ha "spogliato" dell'ultima veste, quella più intima, l'uomo. Nudi e pallidi come vermi, siamo chiamati a dominare le nostre pulsioni più riluttanti (delle quali, spesso, non siamo nemmeno a conoscenza). Questo minuscolo essere, secondo la psicoanalisi, deve insomma "lottare".
"L'ipotesi dell'inconscio è necessaria e legittima" ("L'inconscio" - 1915) dice Freud: è inutile e dannoso negare il conflitto intestino al nostro frammentario essere. Malattie di carattere psichico ma con ripercussioni di carattere "fisico", come l'isteria per intenderci, hanno secondo il medico viennese-austriaco, origine da traumi di carattere sessuale (Eros) o derivano dal desiderio di morte (Thanatos), è difatti "scorretto parlare di un predominio [...] del piacere nel decorso dei processi mentali" ("Il disagio della civiltà" - 1929-30). "La rimozione [...] può verificarsi solo quando è avvenuta una netta separazione tra attività psichica conscia e attività psichica inconscia" ("La rimozione" - 1915). Le principali metodologie adottate per raggiungere questo altrimenti inarrivabile risultato sono: l'ipnosi, la libera associazione delle parole e l'interpretazione dei sogni. I passaggi fondamentali possono essere così identificati: il cosiddetto "transfert" e la "rimozione" tramite l'esternazione nell'abreazione. Il "transfert" è il delicato momento in cui il paziente si abbandona, in piena fiducia, nelle mani dello psicoanalista, l'abreazione consiste nel "buttar fuori" il prodotto mentale inibito, mentre la "rimozione" corrisponderebbe, secondo Freud, con la consapevole accettazione del proprio trauma psicologico.
A Sigmund Freud va quindi riconosciuto il merito di aver individuato un nuovo campo, di aver aperto un "nuovo capitolo" dove la ricerca potrà e dovrà addentrarsi (oppure no?).
Studiare questo Grande uomo di scienza all'interno di un'ottica filosofica può risultare utile, non certo per le sue concezioni "pseudo-metafisiche" (come quelle di totem e tabù"), ma verosimilmente per le sue intuizioni sulla psiche umana. Se poi si vuole portare il suo pensiero in campo politico affermando che: "La concezione dell'uomo [...] freudiana è il più irrefutabile atto di accusa della civiltà occidentale ed al tempo stesso, la sua difesa più incrollabile" (Marcuse, "Eros e civiltà" - 1966) si potrebbe dire che sì, è in parte vero, però non si deve dimenticare che considerazioni così "decontestualizzanti" spostano la produzione dell'autore in un campo che esula dalle sue competenze specifiche. Freud non ha mai avuto modo di esprimersi in maniera diretta, sistematica e compiuta sull'argomento. Se la filosofia fosse una sfumatura tra scienza e politica la corrente freudiana sarebbe sicuramente più vicina alla scienza; come medico egli fu infatti positivista per il "metodo" della sua ricerca, antipositivista nelle sue conclusioni.
Ciò su cui si dovrebbe invece discutere è: "Se l'Es (pulsione incosciente) spinge l'uomo verso la spontaneità estrema e il Super Ego (la censura inconscia) argina l'azione dell'Es e l'Io risulta la loro sintesi (tesi e antitesi) che cosa è giusto fare? Reprimere ed essere "animali sociali" o coerenti con la propria natura e "leoni in mezzo al deserto" (Nietzsche)? Essere Oltre-Uomini? Tyler Durden (Chuck Palahniuk, Fight Club - 1996) era un Leone e un fanciullo... "Tyler pescava pezzi di legno dalla risacca e li trascinava sulla spiaggia" (Chuck Palahniuk, Fight Club - 1996)...

 

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