- Albert Camus, "La caduta": un indagatore spregiudicato -
 

Albert camus: un indagatore spregiudicato
 
CIO' CHE CARATTERIZZA L'UOMO

L'animale e l'uomo: viene in mente la tesi Darwiniana, che ancora oggi è oggetto di continui tentativi di superamento (dall' "Evoluzionismo" Roberto de Mattei, 2009, alle teorie dello statunitense Jerry Fodor), ma dalla quale non si può  prescindere, benché essa sia carica dei limiti del completo meccanicismo di una teoria, che si basa sul caso. L'evoluzionismo rivela tutto il profondo ed intrinseco legame che esiste fra il soggetto umano e il resto dell'universo, ma non conclude la nostra indagine: bisogna proseguire oltre. Tra la scimmia e l'uomo, nel processo evolutivo, si constata un salto qualitativo, che esprime una differen­za radicale, in quanto non si tratta di quantità di sviluppo, ma si tratta, di una diversa qualità, di un diverso genere di esistenza. E' il salto qualitativo dello spirito.

Oggi, da parte di molti scienziati ( etologi, biologi, ecc.), si tenta di dimostrare, con ricerche per altro molto interessanti, che gli animali sono in realtà in grado di apprendere in maniera simile alla nostra, di trasmettere cultura, di essere creativi e divergenti rispetto al semplice istinto. E' vero, evidentemente solo in parte, ciò può essere. In questi soggetti, può esistere un abbozzo, non sviluppato, non arrivato a sostanzializzarsi, di un progetto successivo, anche se esso non ha fatto il salto qualitativo, così come avviene in molti livelli, in natura. In ogni caso non è ancora questa la sfera sostanziale di cui stiamo parlando, cioè la sfera intrinseca dell'autocoscienza.

Mi ritrovo a rileggere Pascal, quando afferma che l'universo potrebbe uccidere l'uomo, con una sola goccia, ma, ciononostante, l'uomo è più grande di tutto l'universo, in quanto lo comprende. L'universo, al contrario, è privo di consapevolezza e di pensiero. E'materia.

Non voglio, qui, dare dimostrazioni filosofiche, voglio solo fare delle osservazioni che interessano la nostra esistenza. Camus ha fatto un passo, che è una breccia aper­ta nel muro dell'assurdo, della non-significanza; è l'intuizione di una strada da percorrere. L'intuizione di una possi­bilità di ricerca da non tralasciare, perché è in gioco tutto il significato di quella breve manciata d'anni, che sono la vita di un uomo.

Camus muore a quarantasette anni, nel 1960, in un incidente stradale.
 

LA GRANDEZZA: UN INDAGATORE SPREGIUDICATO

Si tratta di accorgersi della propria intelligenza che urge, che cerca di uscire dai propri confini, per esprimersi, per essere. Essa è una "valenza aperta" che, innanzitutto e comunque, richie­de altro per completarsi. Essa  pone sempre nuove domande. E' una struttura non mai conclusa in sé, a differenza di tutte le altre realtà esistenti sulla terra, sia minerali che vegetali o animali. Il minerale e il vegetale hanno cicli di formazione e di trasformazione conclusi dentro le proprie leggi, l'ape ripete da millenni lo stesso sistema di vita perfettamente organizzato. L'uomo ha dimensioni del tutto originali, possiede la caratteristica di non essere prede­terminato. Al contrario, è un indagatore spregiudicato, difficile da contenere e soprattutto difficile da saziare. La risultante più grandiosa sembra essere questa: egli esiste per determinarsi.

Le sue esigenze vanno al di là di ciò di cui sembrerebbe doversi accontentare ( i valori che incontra nell'esperienza quotidiana): come un rivelatore elettronico, batte tutte le piste e, anche senza conoscerlo, intuisce, "pre-sente" l'oggetto, che ha necessità di individuare. Questa sua indagine non è illusoria o frutto di una strana superbia: infatti, se ci fos­se una sete mai dissetabile, cioè, se non ci fosse l'acqua, se ci fosse la vista, senza la luce, né gli oggetti da vedere, la realtà sarebbe assurda. Ciò è impossibile. L'Essere, nella sua definizione più radicale, non può contraddire sé stesso, perché si annullerebbe. Razionalmente non esiste questa possibilità. E, per questo, abbiamo una grande passione per la vita.

L' intelligenza, dunque, questo Ercole incatenato che si divin­cola senza speranza , può come Camus nel suo romanzo, indagarsi fino in fondo, sezionarsi fino all'ultimo brandello, può guardarsi dal di fuori, come se fosse un altro essere, può accorgersi dell'insaziabilità dei suoi desideri e, in questo senso, è già oltre quel se stesso che si dibatte nella quotidianità.

Siamo noi stessi un segno di altro.

Non ci saranno mai dimostrazioni scientifiche, perché non è un conto che deve tornare, ma è la storia della vita dell'uomo, che chiede senza tregua di compiersi, di trovare ciò che sazi tutta la sete di ciascun individuo. E, di fatto, si tratta di una realtà, che sta al di là di quello che possiamo prendere qui, con le nostre mani.
 

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