- La Grande Guerra: cenni bellici e la svolta del 1917 (parte 3) -
 
APPUNTI DI STORIA
Chi fu coinvolto nella Grande Guerra, e cosa sbloccò la situazione internazionale nel 1917.


Woodrow Wilson
 


CENNI BELLICI

La Grande Guerra fu una guerra tra gli "imperi centrali" (Germania e Austria-Ungheria, centrali in Europa, circondati) e le potenze dell'Intesa. La guerra ben presto coinvolse però sempre più nazioni: a fianco degli imperi centrali si schierarono l'impero turco e altri stati minori come la Bulgaria, mentre a fianco dell'Intesa si schierarono il Giappone, l'Italia (1915), il Brasile e la Cina che contribuirono attraverso sostegno materiale. Ciò la rese una guerra mondiale, infatti sui fronti vi erano dozzine di nazionalità, anche africane e asiatiche provenienti dalle colonie.
Inizialmente vi erano solo due fronti: quello Occidentale, dove si scontravano anglo-francesi e tedeschi (800 Km di filo spinato e trincee dal mare del Nord alla Svizzera) e quello Orientale dove si sfidavano tedeschi e austriaci contro le milizie russe; inoltre dal 1915 con l'entrata in guerra dell'Italia si aprì un fronte Meridionale: italiani contro austriaci. Le potenze dell'Intesa ebbero durante l'intero conflitto una netta superiorità in quanto a uomini (truppe coloniali) e mezzi. Sin da subito la flotta inglese impose agli imperi centrali un blocco navale, il che significava che non arrivavano più merci ad Austria e Germania. Sembra che siano morte almeno 750'000 persone per mancanza di cibo e medicinali. Ovviamente la Germania rispose con l'uso dei sottomarini: nel 1917 dichiarò la guerra sottomarina ad oltranza, cioè tutte le navi che si trovavano in prossimità dell'Inghilterra o della costa francese sarebbero state affondate. Ciò spinse gli USA a entrare nel conflitto. Gli Stati Uniti, già maggiori fornitori dell'Intesa e in stato di over-production, dovevano esportare e i mercati dell'Intesa erano vitali per questo. Il Big Business statunitense non poteva permettere che gli U-Boat tedeschi interrompessero i traffici. Gli USA dichiarano guerra agli imperi centrali.

Agli inizi della guerra quasi tutti gli uomini politici pensavano che sarebbe stata una guerra molto breve, si diceva che a Natale del 14 si sarebbe tornati tutti a casa, ma si ingannavano grandemente. Tra i pochi che capirono come sarebbe andata la guerra vi era Giolitti, che desiderava la neutralità dell'Italia.
Fin dall'inizio i tedeschi cercarono di chiudere la guerra colpendo al cuore Parigi. Per fare questo violarono la neutralità del Belgio e in seguito cercarono molto velocemente di aggirare da Nord le difese francesi per piombare dritti su Parigi. L'avanzata sembrava inarrestabile, ma a poche decine di chilometri della capitale furono sconfitti, a Marna. La guerra di movimento si trasformò in guerra di posizione, di trincea. Gli eserciti si fermarono e si scontrarono per 4 anni.

1917, L'ANNO DELLA SVOLTA

Nel 1916 le popolazioni erano stremate, sul fronte Occidentale vi erano state due colossali battaglie: la battaglia di Verdun e della Somme. Solo in queste due battaglie vi furono circa 2 milioni di perdite (feriti e morti). Tra il 1915-1917 l'Italia sferrò 11 inutili offensive sul fiume Isonzo in cui persero la vita quasi mezzo milione di uomini. Nel 1916 vi fu l'unico successo: la conquista di Gorizia. Nel 1917 accadono due fatti di importanza decisiva: la Russia si ritira dal conflitto e gli USA intervengono in guerra.
Nell'ottobre di quell'anno infatti vi fu la rivoluzione bolscevica e immediatamente Lenin il capo dei bolscevichi chiese l'armistizio, cardine della propaganda. La pace vera e propria con gli imperi centrali verrà firmata alcuni mesi dopo nel marzo del 1918, la pace di Brest-Litovsk; pace durissima per i russi perché dovettero concedere agli imperi centrali gli stati baltici (Lituania, Estonia, Lettonia) e la parte della Polonia che controllavano. Nell'immediato l'abbandono russo avvantaggiò gli imperi centrali, perché poterono disimpegnare moltissime divisioni e spostarle sugli altri fronti. I tedeschi sapevano che dovevano fare in fretta, dovevano sferrare un attacco finale all'Intesa prima dell'arrivo degli Stati Uniti, poiché nell'aprile del 1917 gli USA avevano dichiarato guerra (erano impreparati, l'esercito statunitense era formato da poche migliaia di uomini).
L'America era in quel tempo guidata dal presidente Wilson, uomo di idealità decisamente democratiche, affini a quelli degli interventisti che erano entrati in guerra ritenendo che fosse una dura necessità etica.
Wilson dovette però combattere le forti tendenze isolazioniste interne: vi erano molte persone che non volevano intromettersi, volevano isolarsi entro i propri confini, in quanto la vecchia Europa non era di interesse; gli USA sono autosufficienti dal punto di vista economico e sociale.
Come già accennato fu il big business a premere sul governo perché gli USA entrassero in guerra. Dal gennaio del 1917 il governo tedesco aveva dichiarato la guerra sottomarina ad oltranza, questo fu un grande errore in quanto ciò minacciava gli interessi dell'economia statunitense.
Ci volle molto tempo prima che l'esercito entrasse in guerra, cominciarono a combattere nel maggio-giugno del 1918. L'Intesa in quei lunghi mesi trascorse i suoi momenti peggiori.
Nell'ottobre del 1917 l'esercito italiano del generale Cadorna cadde sconfitto a Caporetto (Rotta di Caporetto), per via dei nuovi sostentamenti giunti all'Austria dall'esercito tedesco. L'esercito italiano abbandonò il Friuli e parte del veneto, fermandosi al Piave.
Le popolazioni erano stremate da entrambe le parti dal carovita (inflazione) e dalle continue notizie di stragi (depressione); vi furono poi numerosi casi di ammutinamento, ad esempio nell'esercito francese. Vi furono anche scioperi e sommosse popolari in tutte le principali città: nel 1917 scoppiò una sommossa e vi furono alcune decine di morti, poiché l'esercito aveva aperto il fuoco sui manifestanti. Infine sia al fronte che nelle fabbriche si diceva che bisognava fare come in Russia. Concludere la guerra con una Rivoluzione.
Per neutralizzare e ridimensionare la diffusione degli ideali bolscevichi e ridimensionare il mito di Lenin, Wilson elaborò la cosiddetta Dottrina dei 14 punti (la dottrina Wilson) che espose al Congresso americano del gennaio del 1918. Questa dottrina conteneva gli obiettivi a cui la democrazia americana aspirava, egli pensava in questo modo di contenere il mito di Lenin.
La dottrina conteneva tra gli altri i seguenti punti:

  • condanna della diplomazia segreta, mai più i governi avrebbero potuto decidere di fare guerra all'insaputa dei loro popoli;
  • diminuzione degli armamenti;
  • diminuzione delle misure protezionistiche in campo economico, poiché secondo Wilson erano state una delle cause maggiori delle tensioni tra gli stati;
  • il principio della autodeterminazione dei popoli o nazionale, ogni popolo aveva diritto di avere una sovranità propria;
  • un'associazione internazionale degli stati per il futuro per risolvere pacificamente le controversie; nel 1919 nacque la Società delle Nazioni, SDN.

 

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