- Ragioni e scontri del colonialismo di fine Ottocento -
 
APPUNTI DI STORIA
Il colonialismo come valvola di sfogo demografica e per la sovrapproduzione degli Stati europei.


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COLONIALISMO: COME E PERCHÉ

Per evitare il glut (ingorgo) di capitali e merci inutilizzate, i grandi stati industrializzati decisero di conquistare colonie in Africa, sostanzialmente spartendosi il mondo. L'intento era di creare nuovi mercati, nuovi consumatori così da smaltire la sovrapproduzione. Ferry (repubblicano francese) diceva che il mercato in Europa è saturo, e che era per questo necessario creare nuovi consumatori.
Le colonie erano dunque in primis mercati e in secondo luogo fonti di materie prime, inoltre erano importanti come valvole di sfogo demografico; si dava opportunità agli scontenti di avere nuove occasioni. La conquista coloniale stimolava anche l'industria nazionale: erano necessarie flotte, armi, divise e altro ancora. Un altro effetto della gara coloniale fu una notevole intensificazione delle tensioni internazionali.
Rivalità tra i trust, protezionismo e rivalità coloniali generarono la prima guerra mondiale. Si formarono due blocchi contrapposti: nel 1882 venne firmata la Triplice Alleanza (tra Austria, Germania e Italia), voluta da Bismarck con l'obiettivo di isolare la Francia, così da evitare un suo possibile scontro con la Germania (per via del sentimento revanscista, dopo il Trattato di Francoforte), mentre nel 1907 viene firmata la Triplice Intesa tra Francia, Inghilterra e Russia.

LA SPARTIZIONE DEL GLOBO

Negli ultimi 25 anni dell'Ottocento le potenze industriali si spartirono il globo costruendo imperi coloniali. Il più vasto era indubbiamente quello inglese: un quarto della popolazione mondiale viveva all'intero dell'impero coloniale inglese.
Nel 1884 le grandi potenze si riunirono a Berlino (Congresso di Berlino) dove fu concordato il cosiddetto "galateo della rapina": furono presi accordi su come spartirsi i territori conosciuti così da non entrare in conflitto; chi raggiungeva per prima un tratto di costa ancora non esplorato doveva immediatamente notificare l'accaduto per evitare un contrasto.
Ogni potenza mirava ad una continuità territoriale: gli inglesi erano in Egitto dall'82 e tentavano poi di penetrare a sud in Sudan, ma nel contempo erano già a Città del Capo, e da lì tentavano di risalire verso l'Uganda.
I francesi nel 1839 avevano ottenuto il controllo dell'Algeria, e successivamente, nel 1881, anche della Tunisia, scatenando l'ira degli italiani. In seguito stabilì una colonia anche in Marocco e nella Somalia Francese che miravano ad unire al Madagascar e agli altri possedimenti. L'Inghilterra stava occupando l'Africa da Nord a Sud, la Francia da Est a Ovest: lo scontro era inevitabile. Nel 1898 a Fashoda, un villaggio tra Egitto e Sudan, una pattuglia francese sparò su una inglese, e per un attimo sembrò scoppiare la guerra, ma i francesi si ritirarono e il contrasto fu superato. Da allora le relazioni tra inglesi e francesi migliorarono finché nel 1907 nacque la Triplice Intesa.
La Germania era invece l'ultima arrivata, possedeva Camerun, Namibia, Togo, dove le resistenze indigene furono represse con la forza. Il Congo divenne proprietà personale del re del Belgio. In Asia l'Inghilterra aveva esteso il suo dominio sull'India che gli forniva cotone e altre materie prime; occupò in seguito anche Birmania e Malesia. Nel 1885 i francesi presero il Laos, la Cambogia e il Vietnam, ovvero l'Indocina.
La Russia zarista aveva l'Alaska che però vendette agli USA e con le risorse ricavate tentò di entrare sempre più in Siberia, in particolare in Manciuria; questo fatto scatenò la rabbia del Giappone. La Russia premeva da Nord sull'India, dunque l'Inghilterra occupò l'Afghanistan così da creare uno "stato cuscinetto" a protezione del territorio dell'India da una penetrazione russa.
Anche gli USA si impegnarono nella costruzione di un impero: nel 1898 dichiarano guerra alla Spagna, la guerra di Cuba. Ivi spesso scoppiavano rivolte nelle piantagioni sulle quali gli americani avevano investito. Ma la Spagna non poteva reprimerle e così gli USA pensarono di sostituirli al comando. Ci fu una breve guerra da cui la Spagna uscì sconfitta. L'America poté così imporre il suo protettorato su Cuba, ovvero si incaricò di rappresentare a livello internazionale il popolo cubano. L'avanzata statunitense strappò agli spagnoli anche le Filippine.
Kipling (scrittore e poeta britannico) celebrò la grandezza dell'uomo bianco impegnato in una faticosa missione di civilizzazione con la poesia "The White Man's Burden" ("Il fardello dell'uomo bianco"): l'uomo bianco ha il compito di portare la luce ai primitivi esseri neri e gialli, i popoli inferiori. Kipling divenne da allora noto come il cantore dell'imperialismo.
Dal 1867 in Giappone comincia l'era Meiji, l'era del governo illuminato, dove il Mikado decreta la fine del sistema feudale, evento straordinario che comporta una rapidissima e intensa modernizzazione del paese. Tuttavia questa evoluzione riguardò principalmente aspetti tecnici e non culturali-religiosi. I daimio, l'antica nobiltà, viene a capo degli Zaibatsu, i cartelli industriali. Ma il Giappone è privo di materie prime, e anch'esso comincia dunque una politica coloniale: nel 1895 dichiara guerra alla Cina (guerra sino-giapponese), con l'obiettivo di mettere piede in Asia tramite la Corea, ponte naturale per la terraferma. I cinesi vengono sconfitti, per via dell'inferiorità tecnologica. La Corea ha paura e chiede aiuto ai russi, appena giunti in Manciuria. Nel 1905, dopo dieci anni, i russi si scontrano con i giapponesi. Il Giappone ha la meglio: un popolo bianco per la prima volta nell'epoca coloniale veniva sconfitto dai "musi gialli", i quali ottennero Corea e parte della Manciuria.

 

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