- Gli strumenti -
 
CORSO


Penne, pennini e punte

Pennino e serbatoio retto dalle spalletteQuesto corso ha l'obiettivo di introdurre ad un arte strettamente correlata con i vari tipi di scrittura (font), non si tratta però di un tipo di scrittura digitale, a video ma bensì della scrittura a mano: l'arte di cui stiamo parlando è la calligrafia. Calligrafia è una parola che deriva dal greco: callos "bellezza" e graphia "scrittura", l'arte della scrittura ornamentale.
Cominciamo col vedere di quali strumenti si serve il calligrafo. Tutti i mezzi di scrittura derivano dalla piuma d'oca e dal calamo di Bambù che sono ancora oggi tra i più pregiati; produrre una penna d'oca richiede una certa preparazione: bisogna per prima cosa prendere una delle prime cinque remiganti di un'oca o di un tacchino, farla seccare e indurire, ed eseguire il taglio nel modo corretto. Questo è davvero un ottimo strumento, infatti è duttile e preciso allo stesso tempo. Oggi come oggi ci si può servire anche di pennini metallici ottenendo comunque ottimi risultati; le punte dei pennini devono essere sottili e larghe (solitamente da 0,5 a 4 mm, ma ne esistono anche di 25 mm). Questi pennini vanno saldamente fissati ad una cannuccia di legno o di plastica che funge da impugnatura. Un altro componente fondamentale è il serbatoio: esso è un piccolo pezzo d'ottone la cui funzione è impedire all'inchiostro di gocciolare; il pezzo va fissato alla parte inferiore del pennino (quella concava) e la si sposta fino a quando non raggiunge la distanza di 3 mm dalla punto di fuoriuscita dell'inchiostro. Il serbatoio rimane attaccato al pennino grazie a due spallette dalla stretta regolabile. Fate attenzione a non stringere troppo: la fessura a metà del pennino non deve aprirsi poiché se questo accadesse esso diventerebbe del tutto inservibile. È inoltre importante sapere che alcuni pennini vanno esposti per pochi secondi ad una fiamma di accendino prima di cominciare ad essere utilizzati per far sì che lacca anti-ruggine evapori.
Finora si è parlato di pennini a punta tronca ma ne esistono altri diversi tipi, come ad esempio quelli per scritture più fantasiose, dalla punta sferica, e quelli per i corsivi, dalla punta fine. È persino possibile utilizzare pennarelli a punta larga se lo si desidera.

L'inchiostro e i tipi di colore

Passiamo ora a trattare gli inchiostri e i vari pigmenti. Solitamente si scrive con un inchiostro nero di china ma è possibile usare qualsiasi altro tipo di colore, come inchiostri stilografici (bisogna però prestare attenzione al fatto che questi sono corrosivi e danneggiano carta e pennini), tempera (da diluirsi fino a quando non lasciano un tratto omogeneo) o acquarelli (ottimi per gli effetti trasparenti). Volendo insomma possiamo far uso di qualunque tipo di colore ammesso che esso risulti sufficientemente scorrevole: i colori troppo densi si asciugano subito nel pennino, e viceversa quelli troppo liquidi producono gocce in gran quantità.
 

La carta e la sua consistenza

Infine, ma non per questo di minor importanza, vi è il discorso della carta da utilizzare; generalmente sono preferibili tipi di carta la cui superficie è una via di mezzo tra lucidità (troppo lisce) e fibrosità a meno che non si desideri ottenere un effetto sgranato. Un altro buon tipo di carta è quella di cotone (anche solo al 50%) ma la migliore, per quanto costosa, rimane comunque l'antica pergamena, cioè pelle di capra, di vitello o di agnello sbiancata da artigiani professionisti. La cosa che definisce la qualità di un tipo di carta è principalmente la sua assorbenza, proprietà che evita lo spandersi dell'inchiostro.
 

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