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Scritto da: Giancarla Vietti | Discuti sul FORUM
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Cina, Lao Tse: un taglio visuale sulla realtà
Conoscere le conquiste del pensiero, lo Yin e lo Yang

Affondando le radici nella tradizione emersa nei secoli, nella più antica cultura contadina dei periodi protostorici, Lao Tse, vissuto intorno al 571 a.C., in Cina, ha steso il suo pensiero di ispirazione divina nel testo "Tao the ching", "Il libro della via e della virtù". La leggenda narra che, nel suo peregrinare, quando giunse al posto di guardia di Hangu, un ufficiale gli chiese di lasciare qualche scritto sulle sue idee. Egli lo fece ed espose la sua filosofia nei cinquemila ideogrammi di quella che sarebbe stata la sua prima ed unica opera, riconosciuta come uno dei più grandi testi spirituali dell'umanità. Lasciò il suo pensiero su tavolette di bambù, per poi sparire per sempre nel deserto, insieme al suo bufalo d'acqua.

Al di là del mito, all'interno di questo contenuto culturale, che è la base del taoismo, noi possiamo arricchire la nostra visione del mondo, pur mantenendo ferma la nostra identità, con tagli visuali che non avevamo esperimentato, ponendoci a guardare il reale da questo punto di vista. E' interessante leggere il commento del giornale LifeGate. Le polarità costitutive del simbolo del tao sono rappresentate dall'idea dello yin e dello yang. Esse sono suggerite dalla natura. Nascono, per evidenziarle con un esempio, dall'osservazione dell'alternanza ciclica del giorno e della notte, che viene simbolicamente correlata al lato ombroso e a quello soleggiato di una collina. Quindi un'unica realtà che porta in sé sia l'ombra che la luce. E' questa una visione molto importante. La realtà è vista come unificatrice, contiene il positivo e il negativo e insieme, al suo interno, li supera. Sono gli opposti universalmente congiunti che si rincorrono ed avvicendano l'un l'altro.

L'osservatore può affermare che solo la logica occidentale vede questi "contrari", come separati e, per lo più, in antitesi fra loro: non possono essere veri contemporaneamente. Il pensiero taoista ha qui una intuizione: l'opposizione c'è, come la natura insegna, ma è relativa. Il buio esiste solo se confrontato con la luce. Ogni realtà non è mai assoluta, cioè non è mai esclusiva. Più ancora: ogni cosa ha in sé, nel momento della sua massima espressione, la radice del suo opposto. Ecco un concetto per noi estremamente innovativo: ogni realtà può essere, dunque, se stessa "e" il suo contrario. Non si tratta assolutamente di una visione relativistica. E' un'ottica dinamica e circolare. Il tao (la via) ruota e, ruotando, si configura in perpetua e inevitabile trasformazione. Ciò che si trasforma non si annulla, ma ritorna, arricchito dall'aver attraversato e, quindi, conosciuto proprio il suo contrario.

 


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