- Come costruire un ponte di corda -
 
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Come attraversare un crepaccio con un ponte di corde

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Un ponte di corda su un crepaccio

Talvolta se si è in ottima forma fisica e si possiede la giusta tecnica basta una semplice corda per poter attraversare un dirupo, ma questa non è sempre la via più praticabile (es. necessità di trasportare pesi, scarse capacità atletiche, panico, ecc.). A questo proposito tratteremo la realizzazione di un ponte di fortuna per mezzo di corde. Ecco le premesse indispensabili:

  • Tempo e capacità - Per costruire un ponte come questo si deve considerare che ci vuole davvero molto tempo (soprattutto se la corda deve essere ricavata), occorre conoscere bene i nodi, avere pazienza, occhio e metodicità; non pensiamo di costruirne uno in situazioni di pericolo imminente, può avere senso per situazioni di sopravvivenza prolungate (settimane, mesi, ecc.).
     
  • Materiali e componenti - Quello che ci serve sono: parecchie corde spesse e resistenti (come costruire una corda), dei paletti di legno da piantare profondamente nel terreno ed eventualmente una pietra grossa come un pugno (punto 4).
     
  • Misure - Aiutiamoci con la figura: il segmento AB (nel punto 1) è la distanza da coprire con il ponte, CD è circa 1,25m, EF circa 5m; abbiamo bisogno di un quantitativo di corde pari a una dozzina di volte AB (in ogni caso meglio abbondare che trovarsi in difficoltà).
     
  • Impossibilità - Talvolta, in assenza di sostegni resistenti, distanze improbe, carenza di materia prima occorre desistere e optare per altre soluzioni, non sempre è il caso di utilizzare questa complessa tecnica (es. come attraversare un corso d'acqua).

Come costruire il ponte

Vediamo come costruire il nostro passaggio di corda ammettendo di non poter raggiungere l'area di arrivo e di essere in una situazione di sopravvivenza (leggere tutto prima di iniziare a provare):

  • Analisi - Scegliamo il punto più consono all'attraversamento e soprattutto chiediamoci se quello che stiamo facendo è indispensabile o se ci sono vie o modi più sicuri di aggirare l'ostacolo; presa questa decisione progettiamo (magari con dei disegni) cosa vogliamo fare prima di cominciare.
     
  • Corde - Se non ne disponiamo prepariamo le corde; ciascuna corda dovrà essere abbastanza lunga da poter essere legata e fissata pur non costringendo il ponte a rimanere esageratamente teso (si veda la figura).
     
  • Cosa evitare - Niente leggerezze: in un ponte servono tre cose: corde robuste, nodi perfetti e ancoraggi saldi: desistiamo se non possiamo raggiungere questi obiettivi; se sulla nostra corda ci sono giunture facciamo assolutamente in modo che non si trovino da sole a metà del ponte; nella "costruzione" cerchiamo di evitare di sovrapporre le corde.
     
  • Costruzione - 1) Disponiamo le 3 corde del punto 1 parallele a terra; 2) iniziamo a collegarle tra loro (punto 2); 3) leghiamo le cime delle corde laterali a quella della centrale (punto 3); 4) prepariamo EF a seconda dell'ancoraggio di arrivo (punto 4); 5) leghiamo la cima della corda centrale con il capo opposto della stessa facendo in modo che passi per il cappio di EF (punti 3 e 5); 6) leghiamo nei punti C e D le due corde di equilibrio del ponte (AC = CB, punto 3).
     
  • Nodi di partenza - Se usiamo un albero o dei paletti come fissaggio optiamo per un nodo a mezza chiave, se usiamo un grande masso è meglio impiegare invece un nodo parlato (spiegazione nodi).
     
  • Nodi intermedi - Per unire le corde tra loro usiamo di volta in volta i nodi che riteniamo più consoni alla situazione: il nodo della rete, il nodo della rete doppio, quello a bocca di lupo, ecc. (vari tipi di nodi).
     
  • Nodi di arrivo - Dall'altro capo della corda (punto 4) facciamo invece, a seconda dell'appiglio che pensiamo di raggiungere: un cappio o leghiamo un sasso con un nodo parlato e usiamolo "stile bolas" (molto rischioso) per far fare al sasso almeno 5 o 6 giri intorno ad un saldo ancoraggio di arrivo.
     
  • Ancoraggio - Leghiamo le estremità del ponte a grossi alberi, a paletti o a massi abbastanza pesanti da sopportare almeno tre volte il peso che immaginiamo di sospendere nel vuoto; come è ovvio la corda centrale (quella su cui cammineremo) dovrà essere legata in basso, le 2 laterali (quelle su cui appoggeremo le mani) più in alto.
     
  • "Issare" il ponte - Facciamo attenzione alla lunghezza delle nostre corde e a quando le fissiamo: dobbiamo avere la certezza di poter lanciare EF dall'altra parte del crepaccio; una volta fissato F nel punto di arrivo facciamo quindi scorrere AB dentro al cappio E di EF fino a far scorrere sopra il burrone tutto il ponte; fissiamo le corde legate in C e D ad altri sostegni alti, uno a destra e uno a sinistra di quello principale (in modo che risultino a 45° rispetto al ponte).
     
  • Corda di emergenza - Non dobbiamo cadere, predisponiamo perciò una corda supplementare (all'altezza del nostro bacino) ben ancorata, molto robusta e fissata in modo indipendente rispetto al ponte; fatto questo ci legheremo a quest'ultima in modo tale da poter proseguire scorrendo sul ponte e allo stesso tempo di essere ulteriormente sorretti.
     
  • Sicurezza - Importante: prima di salire sul ponte e metterlo come unica separazione/salvezza tra noi e il precipizio testiamolo con qualcosa che abbia un peso superiore al nostro; prima di partire pensiamo a cosa potrebbe andare storto e stabiliamo come ci comporteremo, come ci salveremo: a quale corda ci aggrapperemo? Finiremo contro parete? Cosa ci sosterrà? Come torneremo in cima?
     
  • Attraversamento - Molto probabilmente il ponte oscillerà durante il nostro passaggio, cerchiamo di equilibrare il nostro peso distribuendolo equamente, di mantenere il sangue freddo, di tenerci ben saldi e di fare movimenti brevi e lenti; se si è in gruppo mai salire in più di uno alla volta; se pensiamo di doverci ripassare portiamo con noi altra corda, arrivati dall'altra parte, dovremo mettere la stesse sicurezze sul lato B disposte in precedenza per il lato A.

Teniamo infine presente che questo tipo di ponte avrà in ogni caso una scarsa durata in termini di sicurezza: anche in ottime condizioni climatiche non più di qualche giorno.

 

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